domenica 24 giugno 2012

SOGGHIGNO BEFFARDO


* IL PROLETARIO *
ANNO I • N. 4 • Pontremoli, 17 Settembre 1922

SOGGHIGNO BEFFARDO

Dopo la tragica esperienza della guerra, per i popoli occorreva anche la beffarda illusione della pace. Dai rappresentanti degli stati capitalisti i poveri pezzi di carta straccia che sono i trattati di… pace, sono squadernati da una conferenza all’altra. Ed ivi, tutti espettorano la loro eloquenza, manifestano le loro mire imperialiste, la candida… pace promessa ai popoli è flagellata invece da cumuli di odii e di cupidigie, che si cimentano ed acuiscono nel concetto di predominio di un popolo su di un altro. È la logica politica borghese e di stato.
Ma non sempre la megalomania dei dominanti serba la scaltra prudenza di saper abbacinare i popoli che mentre si parla di… pace, non si deve guerreggiare, perché l’istinto dei caimani alle volte è furente. Così, mentre non si è ancora confezionato un abito decente da far insozzare alla povera fanciulla, dalla fronte ricoperta di un niveo velo… per capriccio di megalomani governanti, i popoli continuano ad assassinarsi, a gettarsi nel cratere infuocato dei massacri. E conseguentemente siamo precipitati alla nuova guerra greco-turca. Nuovi supplizi e strazi, disagi e crudeltà che si perpetueranno nella pelle di… tamburo dei popoli che si dilaniano e straziano. E gli altri stati? La Francia di… Poincarè non vuol disarmare della revanche della guerra, non è ancora… contenta. Riprincipiano le trattative isolate come i recenti convegni italo-austriaci. Le volpi non fanno più la pantomima, ma trescano e vedrete che presto faranno azzannare perché loro non ci azzannano… Ancora per «l’ultima volta». I socialismi… internazionalisti in tempo di pace e nazionalisti in tempo di guerra consegneranno le loro pecore per l’assomoir. Poi dopo verranno le fortune di speculare sui disagi e la morte che hanno avallato e così continuerà beffardamente a sghignazzare la guerra e la pace senza che gli uomini imbecilli si accorgano che tra le morse del ferro e del fuoco non vi può essere che il rantolo dell’agonia o il respiro della morte.
E noi non speculeremo sui cadaveri o sul sacrificio incosciente, ma sorrideremo nella comprensione aristocratica di cosa è l’uomo: più bestia delle bestie.
La Redazione

Nessun commento:

Posta un commento