venerdì 15 giugno 2012

Enzo Martucci La setta rossa

Proudhon, Bakunin, Kropotkine, Réclus, non so­no che dei semianarchici, i rappresentanti di un com­promesso fra l’individualismo e il collettivismo, fra il socialismo e l’anarchia. La loro non è che l’an-archia di Paolo Gille (1), l’anarchia con la disciplina, la libertà limitata dell’individuo che non è più sotto­posto allo Stato ma deve subordinarsi alla società per il soddisfacimento dei suoi bisogni completi, e deve sempre trovarsi d’accordo con tutti. In sostanza essi negano lo Stato ma divinizzano la so­cietà, come ha notato Palante (2); e propongono, con­tro chi violerà la futura armonia, le più severe san­zioni che vanno dal disprezzo pubblico e dall’allonta­namento generale, consigliato da Kropotkine ne «La conquista del pane» fino all’incarcerazione nella ca­sa di salute preconizzata da Malatesta nel suo opu­scolo « L’anarchia ».
Stirner, invece, è più logico, come anarchico. Egli crede che l’individuo sia la sola realtà al di so­pra della quale non ve n’è nessun’altra. Perciò vuole che l’individuo si realizzi completamente e soddisfi il suo egoismo, liberandosi delle idee che si è formato sulla santità e sulla inviolabilità di ciò che lo limita. Dio, la morale, l’umanità, la società, la nazione, lo Stato non sono che dei fantasmi che opprimono l’io perché questo li ha creati, li rispetta e li serve. Ma quando li abbatterà, quando li farà rientrare nel nul­la, allora, reso scevro da ogni ceppo spirituale e ma­teriale, potrà vivere come meglio gli piacerà, coope­rando liberamente con i suoi simili o lottando contr’essi, a seconda dei bisogni, dei sentimenti, degli interessi che in lui prevarranno nei momenti diversi. Sarà la bellum omnium contra omnes, temperata da alleanze individuali; ma sarà anche la libertà naturale in cui il singolo potrà tentare di affermarsi con ogni mezzo.

Enzo Martucci La setta rossa

note
(1) Paolo Gille, Abbozzo di una filosofia della dignità umana.
(2) Georges Palante, La sensibilità individualista

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