martedì 19 giugno 2012

Palestra Critica

Palestra Critica
TRENT’ANNI DI PROPAGANDA

L’Anarchismo sino dal 1892 al Congresso di Genova si liberò del caos socialdemocratico col quale da lungo tempo viveva in connubio. Gli anarchici furono ben lieti della scissione certi di continuare la loro via di lotta ininterrotta senza tregua né quartiere. E la sua propaganda con il tradizionale motto: «Occhio per occhio, dente per dente», la forza di volontà di essere una potenza propria ed affermarsi in quel momento storico lo popolarizzò.
Pochi, ma ci furono degli uomini che seppero con stoicismo e sensazione tutta propria essere all’altezza dell’Anarchismo senza curarsi del dileggio del pubblico, questi uomini salirono la ghigliottina impavidi, subirono l’ergastolo e la deportazione, o caddero nella lotta ma non indietreggiarono, non un lamento, non un rimpianto, non una parola che avesse lasciato al nemico, all’avversario la speranza che con simili mezzi sarebbero riusciti a renderli mansueti a modo loro.
Gli Iconoclasti, che dell’Anarchismo ne comprendono la concezione, cioè eminentemente individualistico: l’individuo è al disopra della società, al disopra di tutto, e di tutti, il diritto deve esistere senza la forza. Terribile fu il panico che l’opra di pochi audaci seminò nel mondo borghese.
La massa proletaria parlava di questi eroi con venerazione, attonita per tanto coraggio e convinzione, che preferiscono la morte piuttosto che vivere di rinunzie e castrazione, vendendo ben cara la loro vita.
Malauguratamente fra codesti ribelli che davano tutto per la causa vi erano degli uomini dal cuore profumato che quando esalava dalla loro bocca l’Umanità, l’uguaglianza e la comunanza, l’Anarchismo sembrava un vero e proprio Eden.
Da quei tempi si diede all’educazione rivoluzionaria una serie di poesie amorose: Amore libero, inni d’ogni specie, conditi con tutte le salse, piccanti e non, filodrammatica moderna, futurista e passatista, per tutti i gusti. Scuola moderna, a profusione. Si riempì la scatola cranica di quasi tutti gli anarchici di una sequela di pregiudizi peggiori e dannosi addirittura da non invidiare per nulla il Cristianesimo. Per convincervi e constatare la verità date uno sguardo a tutti gli opuscoli di propaganda spicciola che troverete dal primo all’ultimo.
Tutto un’inno alla fratellanza, alla rinuncia, all’abnegazione. L’Anarchico non deve sfruttare né rendersi libero o indipendente, ciò non è coerente con l’Ideale, deve sottostare schiavo dell’Ideale (altro che i cattolici); non deve vestire con abiti decenti sotto pena di essere chiamato borghese e spesso deriso. Tutto ciò è opera di trent’anni di propaganda sbagliata che ha deviato l’Anarchismo dalla sua vera filosofia, dalla sua funzione dandogli tutt’altro aspetto meno che anarchico. Certo è più comodo fare della filodrammatica e più attraente parlare di libero amore che di rivolta e di espropriazione, più dilettevole la rivoluzione sul palcoscenico che scendere in piazza, e a queste cose ci sono adattati molti farabutti della più bell’acqua. Siccome che l’Anarchia non è e non può essere il covo di ambizioncelli e di degenerati, tutto il male non viene per nuocere, ed i buoni che veramente si sentivano rivoluzionari, che avevano in sé una larva di dignità si ritiravano dal chiosco cicalesco, e presero il loro posto di combattimento, secondo le loro attitudini e capacità di fronte al nemico, affermando il proprio io al disopra di tutto, e tutti vivendo, disprezzando le leggi e decaloghi, e la moralità dei castrati Umanitari. Si è disprezzatori della vita, e della morte, i demolitori che non deporranno mai la scure nemmeno dopo la grande Rivoluzione sociale.
Il compito di codesti audaci eroi non si arresta alla minima concezione, ma va e passa furente come l’uragano, come un fiume in piena travolgente senza pietà ne squassa le dighe, senza discegliere tutto ciò che travolge se appartiene al ricco panciuto, al poverello senza domandarsi se è bene o male, ma corre laggiù verso il grande mare dove si può espandersi liberamente senza chiedere il permesso ai pretendenti direttori di tutta l’Umanità. Codesti grandi Messia annuncianti al mondo intero un nuovo avvenire Sociale tutto amore, pare fu un grande errore, noi lo constatiamo ogni qual volta che fra compagni si vuol discutere la questione Sociale politica ed economica noi li consigliamo di riprendere la buona via dell’azione Rivoluzionaria al disopra del bene e del male, non curanti dei piaceri, e del mondo tutto anche se ciò dovesse perire noi dobbiamo proseguire il nostro ascendente cammino verso l’Anarchia.
P. Bernardi

Nessun commento:

Posta un commento