Palestra Critica
TRENT’ANNI DI PROPAGANDA
L’Anarchismo sino dal 1892 al Congresso di Genova si liberò del caos
socialdemocratico col quale da lungo tempo viveva in connubio. Gli
anarchici furono ben lieti della scissione certi di continuare la loro
via di lotta ininterrotta senza tregua né quartiere. E la sua propaganda
con il tradizionale motto: «Occhio per occhio, dente per dente», la
forza di volontà di essere una potenza propria ed affermarsi in quel momento storico lo popolarizzò.
Pochi, ma ci furono degli uomini che seppero con stoicismo e sensazione
tutta propria essere all’altezza dell’Anarchismo senza curarsi del
dileggio del pubblico, questi uomini salirono la ghigliottina impavidi,
subirono l’ergastolo e la deportazione, o caddero nella lotta ma non
indietreggiarono, non un lamento, non un rimpianto, non una parola che
avesse lasciato al nemico, all’avversario la speranza che con simili
mezzi sarebbero riusciti a renderli mansueti a modo loro.
Gli
Iconoclasti, che dell’Anarchismo ne comprendono la concezione, cioè
eminentemente individualistico: l’individuo è al disopra della società,
al disopra di tutto, e di tutti, il diritto deve esistere senza la
forza. Terribile fu il panico che l’opra di pochi audaci seminò nel
mondo borghese.
La massa proletaria parlava di questi eroi con
venerazione, attonita per tanto coraggio e convinzione, che preferiscono
la morte piuttosto che vivere di rinunzie e castrazione, vendendo ben
cara la loro vita.
Malauguratamente fra codesti ribelli che davano
tutto per la causa vi erano degli uomini dal cuore profumato che quando
esalava dalla loro bocca l’Umanità, l’uguaglianza e la comunanza,
l’Anarchismo sembrava un vero e proprio Eden.
Da quei tempi si diede
all’educazione rivoluzionaria una serie di poesie amorose: Amore
libero, inni d’ogni specie, conditi con tutte le salse, piccanti e non,
filodrammatica moderna, futurista e passatista, per tutti i gusti.
Scuola moderna, a profusione. Si riempì la scatola cranica di quasi
tutti gli anarchici di una sequela di pregiudizi peggiori e dannosi
addirittura da non invidiare per nulla il Cristianesimo. Per convincervi
e constatare la verità date uno sguardo a tutti gli opuscoli di
propaganda spicciola che troverete dal primo all’ultimo.
Tutto
un’inno alla fratellanza, alla rinuncia, all’abnegazione. L’Anarchico
non deve sfruttare né rendersi libero o indipendente, ciò non è coerente
con l’Ideale, deve sottostare schiavo dell’Ideale (altro che i
cattolici); non deve vestire con abiti decenti sotto pena di essere
chiamato borghese e spesso deriso. Tutto ciò è opera di trent’anni di
propaganda sbagliata che ha deviato l’Anarchismo dalla sua vera
filosofia, dalla sua funzione dandogli tutt’altro aspetto meno che
anarchico. Certo è più comodo fare della filodrammatica e più attraente
parlare di libero amore che di rivolta e di espropriazione, più
dilettevole la rivoluzione sul palcoscenico che scendere in piazza, e a
queste cose ci sono adattati molti farabutti della più bell’acqua.
Siccome che l’Anarchia non è e non può essere il covo di ambizioncelli e
di degenerati, tutto il male non viene per nuocere, ed i buoni che
veramente si sentivano rivoluzionari, che avevano in sé una larva di
dignità si ritiravano dal chiosco cicalesco, e presero il loro posto di
combattimento, secondo le loro attitudini e capacità di fronte al
nemico, affermando il proprio io al disopra di tutto, e tutti vivendo,
disprezzando le leggi e decaloghi, e la moralità dei castrati Umanitari.
Si è disprezzatori della vita, e della morte, i demolitori che non
deporranno mai la scure nemmeno dopo la grande Rivoluzione sociale.
Il compito di codesti audaci eroi non si arresta alla minima concezione,
ma va e passa furente come l’uragano, come un fiume in piena
travolgente senza pietà ne squassa le dighe, senza discegliere tutto ciò
che travolge se appartiene al ricco panciuto, al poverello senza
domandarsi se è bene o male, ma corre laggiù verso il grande mare dove
si può espandersi liberamente senza chiedere il permesso ai pretendenti
direttori di tutta l’Umanità. Codesti grandi Messia annuncianti al mondo
intero un nuovo avvenire Sociale tutto amore, pare fu un grande errore,
noi lo constatiamo ogni qual volta che fra compagni si vuol discutere
la questione Sociale politica ed economica noi li consigliamo di
riprendere la buona via dell’azione Rivoluzionaria al disopra del bene e
del male, non curanti dei piaceri, e del mondo tutto anche se ciò
dovesse perire noi dobbiamo proseguire il nostro ascendente cammino
verso l’Anarchia.
P. Bernardi
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