Dieci assassinii per un soldo
Altro
superbo articolo di Zo d'Axa, molto attuale: l'uso a scopo di
distrazione di massa di fatti scabrosi trattati dalla stampa senza
vergogna con particolari macabri e raccapriccianti. Profitti gonfiati a
dismisura da una parte dalle vendite che arrivano a triplicare e
rincretinimento ulteriore delle già non sveglie masse proletarie o
piccolo borghesi, per non parlare
appunto dell'ottima utilità garantita dal non parlare o approfondire i
crimini e gli scandali del potere che a memoria d'uomo non sono mai
mancati. A rimediare a tutto ciò provvede l'autore di questo breve
articolo di giornalismo impegnato e militante, che sbeffeggia con un
inizio ad effetto la stampa sensazionalistica di ogni epoca e riporta
alle sue coordinate sociali, e non ad un piano astratto ed ineffabile,
la genesi sociale di queste figure di criminali. Sarcasmo e sdegno come
al solito sono felicemente intrecciati dall'autore che firma un altro
piccolo capolavoro di giornalismo impegnato e di denuncia, praticamente
quasi della vera e propria letteratura.
ORRIBILI DETTAGLI
In un lago di sangue, la bella giovane ragazza era distesa, i capelli
sciolti, la gola nuda. L'ombra ostile della sera si appesantiva già
sulla parte alta degli alberi, mentre all'incrocio delle strade, in un
cespuglio profondo, un lembo di gonna aveva appeso la sua nota chiara.
Eh! Lettore, non voi mio compagno per cui una mezza parola basta; ma
tu, signore, ma tu, mio bravo, che avete sganciato il soldo perché il
nostro titolo sanguina, dimmi, buonuomo, ti piace?... La giovane bella
ragazza, la gola nuda, i capelli sciolti, il lago di sangue...
Ebbene, peggio per voi! peggio per voi tutti dotati di fiuto, coloro che
si adescano con gli stupri ed i suicidi, il sangue, le lacrime, tanto
peggio per voi, clienti, pubblico, non dirò come la giovane ragazza
perse la sua gonna prima della vita...
Tre puntini, tutto qui.
Ma parlerò dell'immonda cucina della Stampa a titoloni rossi, giornali
delle tre o della sera, e della quarta edizione. Domandate le ultime
notizie! Leggete i titoli in grassetto. Richiedete il menù del giorno:
Antipasto
RAGAZZINA UCCISA
GLI INFANTICIDI A PARIGIA
SCANDALO! SCANDALO!
Arrosto
GRANDE INCENDIO - ELENCO DEI MORTI
IL FUOCO RIPRENDE
NUOVI FERITI, NUOVI MORTI
Dessert
MINACCE DI GUERRA
LE COMPLICAZIONI IN ORIENTE
ULTIMATUM ALL'INGHILTERRA
CONGEGNI E BOMBE.
Ogni giornale porta il suo piatto, dà la sua nota. Do, mi, sol, do,
l’accordo perfetto- l’accordo di do, dei mastri-cantori e
mastri-truffatori di false notizie. Cucina pepata, carni sanguinolenti,
carne da omicidio e autopsia - con contorni di pettegolezzi.
Richiedete i giornali della sera!
Un uomo che chiamano già, nel mondo speciale della Mezzaluna, la
Provvidenza dei Giornalisti, è quel Vacher [1] le cui imprese riempiono
le colonne delle gazzette.
Si sa che un monomane si vanta di aver
ucciso, mutilato, stuprato ragazze e ragazzi secondo i suoi percorsi.
Bisaccia in spalla e coltello pronto, la rabbia nel petto, ci viene
mostrato mentre fa il suo giro di Francia. È un'esibizione di pregio. La
pubblicità è di lusso. Ci si ingegna.
A quando il cinematografo?
Persone comuni piuttosto cupe, articolisti e giornalisti, trovano la vena, ritrovano brio.
I cronisti si ringagliardiscono.
Questi bricconi che credono di saper scrivre perché spalmano della
marmellata, si leccano i baffi deponendo. Dopo Troppmann [2], nulla di
così vasto, di così coinvolgente. Gli scribacchini scuotono il torpore
della loro anemia cerebrale. Hanno dell'immaginazione. Ogni giorno
aggiungono un capitolo, un nuovo episodio al dramma, un osso in più al
rosario. Si sovraffaticano e perdono la nozione della distanza e del
tempo. A sentire la stampa, Vacher uccideva, la mattina, a Marsiglia,
stuprava a Bordeaux verso mezzogiorno e, la sera, vicino a Roubaix,
mutilava un giovane pastore.
Che stomaco!
La cosa migliore, è che Vacher, quando lo si interroga, sembra assumere la parte del giudice che vuole prendere la sua:
- Sì, sì, sono stato io a massacrare la signorina e questa vecchia di
cui mi parlate ed anche il ragazzo e poi anche quest'altro, se la mia
memoria mi aiuta. Cosa volte? è più forte della mia volontà. Non posso
resistere al desiderio di fare ogni giorno delle vittime. Del resto,
sono un pazzo cosciente...
Il sarcasmo di tale replica sfugge senza
dubbio al finto giudice. I magistrati dovrebbero tuttavia comprendere-
essi che vedono ovunque dei colpevoli, degli individui da colpire, essi
che si avventano sull'imputato come sulla preda- che essi sono dei
Vacher [3] a modo loro.
Soltanto, essi non sono coscienti...
Squartciatore e ammazza bambini, cari confratelli, preparano così, nel
raccoglimento degli uffici di giudici istruttori, l'orrifica lista dei
crimini;
Ai piccoli giornalisti essi danno la pastura.
Non sono dieci assassinii come, qui, molto modestamente annunciamo in
bella vista. Il recordman che batte Lacenaire [4] di molte lunghezze ne
confessa venti per ora.
Senza fare conti, noterei che l'omicidio
dell'inizio ebbe luogo in un cantone dell'Isère che sporca il nome di un
cattivo signore: Vacher uccise innanzitutto Beaurepaire [5].
Vacher, Beaurepaire: le parole si affiancano bene.
Ciò che costituirà comunque, per il celebre Vacher, una circonstanza attenuante, sono i raccomandabili antecedenti.
Lo squartatore fu un buon soldato.
Le sue prime armi furono felici. Arruolato volontario, divenne presto
sottufficiale. Disprezzato dai suoi uomini, amato dai suoi capi, poteva
sognare le Spalline.
L'avvenire si apriva.
La sua passione anche
per il corpo a corpo, la corporatura ed i tratti di punta tradivano una
bella furia molto utilizzabile nelle colonie.
Perché operò in Francia?
Se avesse capito la sua vocazione, e come dovevano utilizzarsi "Le
Forze Malvagie"! In Dahomey, nel Tonchino, nel Madagascar, si sarebbe
coperto di gloria.
Sarebbe stato il generale Duchêne o il governatore Galliéni.
Spagnolo, sarebbe stato Weyler.
Ma basta parlare di militari. E non parliamo più di Vacher. Così ogni attualità non è che un pretesto da pensare.
Il caso del sottufficiale arrabbiato ci interessa piuttosto per il modo
in cui lo si utilizza. La cultura del gusto del sangue - la cultura per
via della stampa.
Questa è più che attualità. È dello ieri, dell'oggi, di domani.
I giornali addebiteranno, sempre tanti assassinii per un soldo. Senza
voler altro che la ricetta, sempre porranno la parola che seduce il
volgo. E sempre riporteranno i dettagli delle atrocità e violenze
rilevate, seguendo la formula, del letamaio sentimentale.
Nelle gazzette un po' facoltose abitualmente si danno cento soldi allo scrittore della casa che trova il più bell'occhiello.
È grazioso: l'Uccisore di Pastori? È poetico e pittoresco?... Questa sera troveranno altre cose.
Conoscono l'arte di sistemare i resti degli assassinati. Agghindano le ragazzine inaridite, le pastorelle fatte a pezzi.
Sono dei Watteau di barriera che agghindano, per il popolo, i buoni coltelli a ghiera.
Zo d'Axa
[Traduzione di Ario Libert]
NOTE
[1] Joseph Vacher. Serial killer vagabondo che uccise più di 11 vittime
intorno alla zona di Lione tra il 1894-97, prediligendo ragazzine e
pastorelli, sgozzandoli e asportandone spesso degli organi interni. Fu
ghigliottinato il 31 dicembre 1898.
[2] Jean-Baptiste Troppmann.
Autore dello sterminio di una famiglia, avvenuto nel 1869, composta dai
due genitori e dei loro sei figli, per cercare di impossessarsi delle
loro ricchezze. Il caso fece scalpore non soltanto per l'efferatezza del
crimini in sé, ma perché coincise con l'epoca delal grande diffusione
dei giornali quotidiani stampati a basso prezzo e ricchi di
illustrazioni, anche a colori. Fu ghigliottinato il 18 gennaio 1870.
[3] Zo d'Axa gioca, com'è nel suo stile, sul significato del cognome
del pluriomicida Vacher, e cioè Vaccaro, ottenendo un superbo doppio
senso: non soltanto insulta con quel epiteto i giudici ma
identificandoli con l'assassino, li reputa anch'essi degli assassini.
[4] Pierre-François Lacenaire. Figura romantica di criminale e di
assassino-poeta cinico, che suscitò molto scalpore all'epoca e che
scrisse in carcere le sue memorie. La sua figura ispirò molti scrittori
tra cui Sthendal, Victor Hugo, Dostoevskij. Trasformò il suo processo in
una tribuna teatrale interessando in tal modo i giornali dell'epoca che
se ne occuparono a fondo. Durante la sua esecuzione pretese di essere
ghigliottinato con la faccia rivolta verso la lama.
[5] Beaurepaire. Piccolo comune della regione del Rodano, il cui nome è traducibile in italiano come Belriparo
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