venerdì 29 giugno 2012

«Maledetto anarchico!»

«Maledetto anarchico!»
di Léo Malet

Gli restituii prima la stretta, poi la mano e risi:
«Per fortuna che non sono un poliziotto. Altrimenti la segnalerei ai suoi superiori. Cos’è questo vocabolario? Aderisce forse a una cellula comunista?».
Replicò anche lui ridendo:
«È a lei che bisogna chiederlo».
«Io non sono comunista».
«È stato anarchico. Forse lo è ancora. Per me, è la stessa cosa».
«È ormai molto tempo che non lancio bombe», sospirai.
«Maledetto anarchico!», ridacchiò l’ispettore.
Sembrava divertirsi sul serio.
«Oh! Ma smettiamola! Signor Mac Carthy», dissi. «Ha mai sentito parlare di Georges Clemenceau?».
«La Tigre?».
«Si, la Tigre. O, se preferisce, il Primo Poliziotto di Francia, come si è autodefinito lui. Purché mi lasci in pace, le ripeterò quello che ha detto un giorno la Tigre, detto o scritto, cito a memoria: “L’uomo che a sedici anni non è stato anarchico è un imbecille”».
«Davvero? La Tigre ha detto questo?».
«Si, vecchio mio. Non lo sapeva?».
«Ma si, certo...».
Sospirò:
«…La Tigre!…».
E con un gesto automatico gettò uno sguardo in direzione dell’orto botanico.
Poi, tornando a me:
«…La sua citazione mi sembra incompleta. Non ha per caso aggiunto: “…ma lo è – imbecille – anche chi è ancora anarchico a quaranta”, o qualcosa del genere?».
«È esatto. Ha aggiunto qualcosa del genere».
«E allora?».
Sorrisi:
«Tra le affermazioni di Clemenceau bisogna fare una cernita. Io ne scarto non poche».
Sorrise a sua volta:
«E lei però non è un imbecille!».

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