IL NICHILISMO DELLA MASSA E LA SERVITU RADICALE
Arbeit Macht Frei
“vogliamo solo lavorare” (operaio in sciopero Giu. 2012)
La più grande resa di massa salariata del dopoguerra coincide
con la sua radicale complicità col capitale che la schiaccia.
Mentre la finanza mondiale distrugge il lavoro i “diritti” e
la vita i subordinati abdicano in massa come ordinati plotoni disperati votati
al sacrificio estremo.
Incapaci di reagire perché privi di autocoscienza. Miserabili
politicamente prima che economicamente.
Privi della responsabilità personale che fa un “cittadino civile”.
“Nelle nostre società siamo ormai ben oltre il “discorso” di
La Boétie e la servitù volontaria è diventata una sorta di compenetrazione, una
consustanzialità tra uomo e capitale, uomo e dominio.”
Oreste Scalzone
Votati al peggio si offrono ai baroni di turno. Ha delegato
tutto questa massa di sottomessi: ha delegato la lotta per i “diritti” a dei sindacati
integrali alla ferocia del capitale. Ha perso tutti i diritti conquistati col
sangue questa massa. Addestrati al compromesso e in tutto o quasi simili a chi
li domina.
Ha delegato il fare politica a partiti para-mafiosi che hanno
depredato il bene pubblico. Ha ottenuto povertà corruzione e debito pubblico
questa massa.
Ha delegato la cultura e la bellezza all’orrore della tv alla
mafia del calcio alle lotterie e al conformismo.
“Chi è un uomo medio? Un pericoloso delinquente: razzista
schiavista e qualunquista”
P.P.Pasolini
Ora il capitale azzanna al collo gli sfruttati più deboli.
Vuole altro sangue. Il capitale li tiene sul filo di rasoio della
sopravvivenza: In viva morte morta vita vivono. Mentre una schiera
burocratico-impiegatizia vive sulle loro spalle disprezzandoli e godendo di
micro privilegi. Mentre i manager che li
licenziano non hanno mai guadagnato così tanto.
Un potere bio politico pervasivo li tiene in vita per
spolparli: aumenti continui di gas luce acqua benzina. I più cari
d’Europa. Sembrano zombie rassegnati al
martirio per i padroni. Quelli di Romero alla fine della saga assaltano la
cittadella dorata del potere. Qui ed ora invece domina un nichilismo masochista
deciso a far trionfare il capitale: costi quel che costi.
Gli “esuberi” si autoeliminano in
una solitudine disperata descrivendo la morte di tutti gli ideali comunisti:
traditi venduti falliti insultati dalle gerarchie di tutti i partiti di una
sinistra storicamente infame fino a quella odierne dove comanda direttamente
confindustria con i massacratori giuslavoristi di sinistra. Quello di partiti e
sindacati è un successo conseguito dopo decenni di lavoro col quale hanno
distrutto l’individualità creato conformismo prodotto sudditi innocui. Il tutto
diffondendo ignoranza e alimentando la delega e la remissività al sacrificio
perpetuo benedetto da tutte le chiese. Via crucis punteggiata da grottesche
farse dette scioperi utili solo alla democrazia sanguinaria che alimentano. Le
burocrazie partitico sindacali hanno seminato il peggio per raccogliere oggi
una massa di diseredati da condurre docili sull’altare sacrificale del
neoliberismo. In cambio le gerarchie burocratiche dei sindacati e dei partiti
sussistono nutrendo privilegi pagati direttamente dai tesserati e dai votanti
votati al massacro sociale.
Lo sciopero generale non si fa: troppo disturbo per tutti. Dissanguateli!
“Ho 53 anni e mi hanno tolto tutto anche la dignità” (tesserata Cgil Giu. 2012)
“Non riusciamo più a portare a casa un tozzo di pane” (operaio sindacalizzato Giu. 2012)
Continuano a pagare la tessera per far vivere bene i burocrati che sono i loro più diretti carnefici.
Ridotti a mendicare il tozzo di pane personale, questo popolo, prigioniero delle galere che ha introiettato, le riproduce su vasta scala.
Non lotta insieme ai migranti che lavorano schiavizzati nelle campagne. Questo popolo non cinge d’assedio i lager per stranieri. Non si ribella per gli omicidi nelle carceri o le torture negli O.P.G.
Spesso pronta questa massa ad attaccare i deboli e a riverire i potenti. Ha tollerato tutte le guerre tutte le ingiustizie tutti i manicomi questo popolo. Tutto si sono lasciati imporre. Lo scandalo mille volte posto a norma. A milioni lavorano direttamente a produrre inquinamento consumismo guerra e disuguaglianza. I loro figli studiano in scuole fatiscenti mentre loro pagano le tasse per le scuole esclusive della classe dirigente che molti di loro infondo ammirano. Ammirano i re invece di calpestarne le teste.
Il popolo è morto. Coloro che ancora lo aspettano sperando nella rivoluzione fingono o mentono.
Il popolo serve loro da paravento dietro cui dormire sonni tranquilli in nome di aborti di lotte sociali mai così perdenti. Il popolo non li conosce non li vorrebbe e si immola come folla solitaria senza comune.
Ne servi ne padroni? Una marea di servi volontari. La sola rivoluzione in atto è l’ennesima guerra dei padroni.
Solo un popolo di individui autodeterminati può contrastarla:
ci sono comunità auto organizzate che strappano i diritti senza chiederli o
aspettarli. Ci sono minoranza avverse al potere che ancora si oppongono e danno
battaglia consapevoli della repressione. I banditi di sempre. Solo
dall’individuo può partire una rivolta che è rifiuto radicale e resistenza alla
barbarie della società. Una barbarie non letta e non detta da intellettuali
scribacchini e giornalistucoli mai tanto miseri e asserviti.
“Il rifiuto è sempre stato un gesto essenziale: i santi gli
eremiti gli intellettuali, i pochi che hanno fatto la storia sono quelli che
hanno detto di no e non i cortigiani. Però il rifiuto per funzionare deve
essere grande, totale.”
P.P.Pasolini
Chi lotta per il tozzo di pane e per la mera sopravvivenza
serve la democrazia che lo uccide.
“Odio tutti coloro che cedendo ad altri per paura per
rassegnazione una parte della loro potenza di uomini non solamente si
schiacciano ma schiacciano anche me, quelli che io amo, col peso del loro
spaventoso concorso o con la loro inerzia idiota”
Albert Libertad
Ci sono ribelli che attaccano i dettami del potere:
Gli
esodati esondino o affogheranno
I
precari rendano precarie le certezze ci chi li sfrutta
I licenziati licenzino i padroni
I
sindacalizzati strappino le tessere o continuino a mendicare
I
votanti si rivoltino o continuino a servire chi li opprime
Siamo filosofi distruttori e poeti creatori
Labari
neri nel vento
Labari
neri nel sole
Perché ciò che è grande
appartiene alla bellezza
E la vita deve essere bella
Anche
nel dolore
Anche
nell’uragano
Renzo Novatore
un articolo antisociale di Dejaques
bell'articolo, però hai una concezione qualunquista di nichilismo, lo equipari a scazzo e sottomissione, è un po' come equiparare anarchia a casino
RispondiEliminati suggerisco di riguardarti bene le radici filosofiche e politiche del termine
dopotutto, i nichilisti furono responsabili dell'assassinio di uno zar, ben prima che nascesse qualsiasi socialista, anarchico o comunista
questa critica dovresti rivolgerla
Eliminaall'autore dell'articolo
ps:
Eliminauna critica da chi si firma ''anonimo''
non può che essere nulla