sabato 23 giugno 2012

IL NICHILISMO DELLA MASSA E LA SERVITU RADICALE


IL NICHILISMO DELLA MASSA E LA SERVITU RADICALE

Arbeit Macht Frei
“vogliamo solo lavorare” (operaio in sciopero Giu. 2012)

La più grande resa di massa salariata del dopoguerra coincide con la sua radicale complicità col capitale che la schiaccia.
 Mentre la finanza mondiale distrugge il lavoro i “diritti” e la vita i subordinati abdicano in massa come ordinati plotoni disperati votati al sacrificio estremo.
Incapaci di reagire perché privi di autocoscienza. Miserabili politicamente prima che economicamente.  Privi della responsabilità personale che fa un “cittadino civile”.

“Nelle nostre società siamo ormai ben oltre il “discorso” di La Boétie e la servitù volontaria è diventata una sorta di compenetrazione, una consustanzialità tra uomo e capitale, uomo e dominio.” 
Oreste Scalzone

Votati al peggio si offrono ai baroni di turno. Ha delegato tutto questa massa di sottomessi: ha delegato la lotta per i “diritti” a dei sindacati integrali alla ferocia del capitale. Ha perso tutti i diritti conquistati col sangue questa massa. Addestrati al compromesso e in tutto o quasi simili a chi li domina.
Ha delegato il fare politica a partiti para-mafiosi che hanno depredato il bene pubblico. Ha ottenuto povertà corruzione e debito pubblico questa massa.
Ha delegato la cultura e la bellezza all’orrore della tv alla mafia del calcio alle lotterie e al conformismo.

“Chi è un uomo medio? Un pericoloso delinquente: razzista schiavista e qualunquista” 
P.P.Pasolini

Ora il capitale azzanna al collo gli sfruttati più deboli. Vuole altro sangue. Il capitale li tiene sul filo di rasoio della sopravvivenza: In viva morte morta vita vivono. Mentre una schiera burocratico-impiegatizia vive sulle loro spalle disprezzandoli e godendo di micro privilegi. Mentre i manager  che li licenziano non hanno mai guadagnato così tanto.
Un potere bio politico pervasivo li tiene in vita per spolparli: aumenti continui di gas luce acqua benzina. I più cari d’Europa.  Sembrano zombie rassegnati al martirio per i padroni. Quelli di Romero alla fine della saga assaltano la cittadella dorata del potere. Qui ed ora invece domina un nichilismo masochista deciso a far trionfare il capitale: costi quel che costi.
Gli “esuberi” si autoeliminano in una solitudine disperata descrivendo la morte di tutti gli ideali comunisti: traditi venduti falliti insultati dalle gerarchie di tutti i partiti di una sinistra storicamente infame fino a quella odierne dove comanda direttamente confindustria con i massacratori giuslavoristi di sinistra. Quello di partiti e sindacati è un successo conseguito dopo decenni di lavoro col quale hanno distrutto l’individualità creato conformismo prodotto sudditi innocui. Il tutto diffondendo ignoranza e alimentando la delega e la remissività al sacrificio perpetuo benedetto da tutte le chiese. Via crucis punteggiata da grottesche farse dette scioperi utili solo alla democrazia sanguinaria che alimentano. Le burocrazie partitico sindacali hanno seminato il peggio per raccogliere oggi una massa di diseredati da condurre docili sull’altare sacrificale del neoliberismo. In cambio le gerarchie burocratiche dei sindacati e dei partiti sussistono nutrendo privilegi pagati direttamente dai tesserati e dai votanti votati al massacro sociale.
Lo sciopero generale non si fa: troppo disturbo per tutti. Dissanguateli!

 “Ho 53 anni e mi hanno tolto tutto anche la dignità” (tesserata Cgil  Giu. 2012)
“Non riusciamo più a portare a casa un tozzo di pane” (operaio sindacalizzato Giu. 2012)

Continuano a pagare la tessera per far vivere bene i burocrati che sono i loro più diretti carnefici.
Ridotti a mendicare il tozzo di pane personale, questo popolo, prigioniero delle galere che ha introiettato, le riproduce su vasta scala.
Non lotta insieme ai migranti che lavorano schiavizzati nelle campagne. Questo popolo non cinge d’assedio i lager per stranieri. Non si ribella per gli omicidi nelle carceri o le torture negli O.P.G.
Spesso pronta questa massa ad attaccare i deboli e a riverire i potenti. Ha tollerato tutte le guerre tutte le ingiustizie tutti i manicomi questo popolo. Tutto si sono lasciati imporre. Lo scandalo mille volte posto a norma. A milioni lavorano direttamente a produrre inquinamento consumismo guerra e disuguaglianza. I loro figli studiano in scuole fatiscenti mentre loro pagano le tasse per le scuole esclusive della classe dirigente che molti di loro infondo ammirano. Ammirano i re invece di calpestarne le teste.
Il popolo è morto. Coloro che ancora lo aspettano sperando nella rivoluzione fingono o mentono.
Il popolo serve loro da paravento dietro cui dormire sonni tranquilli in nome di aborti di lotte sociali mai così perdenti.    Il popolo non li conosce non li vorrebbe e si immola come folla solitaria senza comune.
Ne servi ne padroni? Una marea di servi volontari. La sola rivoluzione in atto è l’ennesima guerra dei padroni.
Solo un popolo di individui autodeterminati può contrastarla: ci sono comunità auto organizzate che strappano i diritti senza chiederli o aspettarli. Ci sono minoranza avverse al potere che ancora si oppongono e danno battaglia consapevoli della repressione. I banditi di sempre. Solo dall’individuo può partire una rivolta che è rifiuto radicale e resistenza alla barbarie della società. Una barbarie non letta e non detta da intellettuali scribacchini e giornalistucoli mai tanto miseri e asserviti.

“Il rifiuto è sempre stato un gesto essenziale: i santi gli eremiti gli intellettuali, i pochi che hanno fatto la storia sono quelli che hanno detto di no e non i cortigiani. Però il rifiuto per funzionare deve essere grande, totale.” 
P.P.Pasolini

Chi lotta per il tozzo di pane e per la mera sopravvivenza serve la democrazia che lo uccide.

“Odio tutti coloro che cedendo ad altri per paura per rassegnazione una parte della loro potenza di uomini non solamente si schiacciano ma schiacciano anche me, quelli che io amo, col peso del loro spaventoso concorso o con la loro inerzia idiota” 
Albert Libertad

Ci sono ribelli che attaccano i dettami del potere: 
Gli esodati esondino o affogheranno         
I precari rendano precarie le certezze ci chi li sfrutta      
I licenziati licenzino i padroni 
I sindacalizzati strappino le tessere o continuino a mendicare
I votanti si rivoltino o continuino a servire chi li opprime


Siamo filosofi distruttori e poeti creatori 
Labari neri nel vento
Labari neri nel sole
Perché ciò che è grande appartiene alla bellezza 
E la vita deve essere bella 
Anche nel dolore 
Anche nell’uragano

Renzo Novatore


 un articolo antisociale di Dejaques

3 commenti:

  1. bell'articolo, però hai una concezione qualunquista di nichilismo, lo equipari a scazzo e sottomissione, è un po' come equiparare anarchia a casino
    ti suggerisco di riguardarti bene le radici filosofiche e politiche del termine
    dopotutto, i nichilisti furono responsabili dell'assassinio di uno zar, ben prima che nascesse qualsiasi socialista, anarchico o comunista

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    Risposte
    1. questa critica dovresti rivolgerla
      all'autore dell'articolo

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    2. ps:
      una critica da chi si firma ''anonimo''
      non può che essere nulla

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