sabato 21 luglio 2012

NEL REGNO DEI FANTASMI

NEL REGNO DEI FANTASMI
Con pseud. Brunetta L’Incendiaria (R. Novatore) - da «Vertice», Arcola, 21 aprile 1921


***

Non esisteva che la Bellezza e la Forza
ma i bruti e i deboli inventarono, per
equilibrarsi, la Giustizia.

Raffaele Valente


Lo credevo un sogno pauroso ed invece è una realtà sanguinante. Sono assediato e compresso entro un duplice cerchio di ossessi e di pazzi.
Il mondo è una pestifera chiesa laida e melmosa ove tutti hanno un idolo da feticisticamente adorare ed un altare su cui sacrificarsi. Anche coloro che accesero il rogo iconoclastico per ardere la croce sulla quale l’uomo-dio stava inchiodato, non hanno compreso ancora né il grido della vita e né l’urlo della Libertà. Dopo che Gesù Cristo, dal fondo della sua leggenda, sputò sulla faccia dell’uomo il più sanguinoso oltraggio incitandolo a rinnegarsi per avvicinarsi a dio, venne la Rivoluzione Francese la quale - feroce ironia - fece lo stessissimo appello proclamando i “diritti dell’uomo”.
Con Cristo e con la Rivoluzione Francese l’uomo è imperfetto.
La croce di Cristo simboleggia la POSSIBILITÀ a diventare UOMO, i “diritti dell’uomo” simboleggiano la stessissima cosa.
Per raggiungere la vera perfezione bisogna divinizzarsi per il primo, umanizzarsi per la seconda. Ma l’uno e l’altra sono d’accordo nel proclamare l’imperfezione dell’uomo-individuo, dell’Io-reale, affermando che solo attraverso la realizzazione dell’ideale, l’uomo può assurgere alle magiche vette della perfezione.
Cristo ti dice: se tu salirai pazientemente il desolato calvario per poscia farti inchiodare sulla croce, diventando l’immagine di ME che sono l’uomo-dio, tu sarai la perfetta creatura umana degna di sedere alla destra di mio padre che è nel regno dei cieli. E la Rivoluzione francese ti dice: Io ho proclamato i diritti dell’uomo. Se tu entrerai devotamente nel chiostro simbolico della umana giustizia sociale per sublimarti ed umanizzarti attraverso i canoni morali della vita sociale, tu sarai un cittadino e ti darò i tuoi diritti proclamandoti uomo. Ma chi osasse gettare alle fiamme la croce ove appeso sta l’uomo-dio e le tavole ove stanno biecamente incisi i diritti dell’uomo per poi poggiare sul vergine e granitico masso della libera forza, l’asse epicentrico della propria vita, sarebbe un empio e un malvagio contro il quale si volgerebbero le sanguinose fauci dei due sinistri fantasmi: il divino e l’umano.
A destra le fiamme solforiche e sempiterne dell’inferno che punisce il PECCATO, a sinistra il sordo scricchiolio della ghigliottina che condanna il DELITTO.
La fredda e disanimata vigliaccheria della paura umana, germinata dalla teorizzazione d’un sentimento mistico e malato, è finalmente riuscita a trionfare sulla sana e primitiva INGIUSTIZIA istintiva e animata che era solo Forza e Bellezza, Giovinezza e Ardimento. Il progresso (?) e la civiltà (?), la religione (?) e l’ideale (?), hanno chiuso la vita in un cerchio mortale ove i fantasmi più biechi hanno eretto il loro viscido regno.
È ora di finirla! Bisogna spezzare violentemente il cerchio ed uscire. Se le chimere delle leggende divine hanno influenzato terribilmente la storia umana e se la storia umana vuole la mutilazione dell’uomo istintivo reale per seguire il suo corso: noi ci ribelliamo!
Non è nostra colpa se dalle simboliche piaghe di Cristo sono sprizzate delle purulente goccie di materia sul rosso disco dell’umanità, per poi generare su questa l’infettante marciume civile che proclamò i diritti dell’uomo.
Se gli uomini vogliono marcire nelle sistematiche caverne della putrefazione sociale si accomodino pure. Non saremo noi a liberarli! Ma noi amiamo il Sole e vogliamo contorcerci liberamente nello spasimo del suo caldo e violentissimo bacio.

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Se mi guardo attorno mi vien voglia di vomitare. Da una parte lo scienziato a cui devo credere per non essere ignorante. Dall’altra il moralista e il filosofo dei quali devo accettare i comandamenti per non essere un bruto.
Poi viene il Genio che devo glorificare e l’eroe innanzi al quale devo inchinarmi commosso.
Poi viene il compagno e l’amico, l’idealista e il materialista, l’ateo e il credente e tutta un’altra infinità di scimmie definite e indefinite che vogliono darmi i loro buoni consigli e mettermi, finalmente, sulla buona via. Perché - naturalmente - quella su cui cammino io è una via sbagliata, come sbagliate sono le mie idee, il mio pensiero, il mio tutto. Io sono un uomo sbagliato. Essi - poveri pazzi – sono tutti pervasi dall’idea che la vita li abbia chiamati ad essere sacerdoti officianti sull’altare delle più grandi missioni, poiché l’umanità è chiamata a dei grandi destini...
Questi poveri e compassionevoli animali deturpati da bugiardi ideali e trasfigurati dalla pazzia, non hanno mai potuto comprendere il miracolo tragico e giocondo della vita, come non hanno potuto accorgersi mai che l’umanità non è affatto chiamata da nessun grande destino. Se qualche cosa avessero compreso di tutto ciò, avrebbero almeno imparato che i cosiddetti loro simili non hanno voglia affatto di rompersi l’osso spinale per cavalcare l’abisso che l’uno dall’altro separa. Ma io sono quel che sono, non importa cosa. E il gracidare di queste multicolori cornacchie altro non serve che a rallegrare la mia nobile e personale saggezza.
Non udite, o scimmie apostoliche dell’umanità e del divenire sociale, qualche cosa che romba al di sopra dei vostri fantasmi?
Udite, udite! È lo scrosciare saettante delle mie furibonde risate, che su, nell’alto rimbomba!

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