venerdì 6 luglio 2012

Mastini infedeli

Mastini infedeli

Cosi, proprio come il cane del colono messo a guardia del pollaio finisce, dopo tanto difendere i padroni dei polli dai ladri, col convincersi che gli torna meglio il conto unirsi a questi ultimi e divorarsi qualche pollo, anziché restar fedele e vigile, per lasciarli mangiare al padrone dal quale tutt’al più può aspettarsi in premio una scudisciata e le ossa; similmente formulano la medesima convinzione non pochi di quegli esseri che la società arruola ed arma per metterli a guardia e a difesa della sacra proprietà. In una società per la quale il ladrocinio è un po’ la fonte battesimale, nelle cui acque si purificano quotidianamente, è logico che i ladri più forti e potenti abbiano bisogno di un corpo di mastini che difenda il loro pingue bottino. E la polizia c’è. Ma c’è anche la corruzione, quando la società è corrotta. Accade così che spesso la Legge e il Delitto — i quali hanno bisogno l’una dell’altro — se ne vadano comodamente delinquendo a braccetto, quando sui viali protetti della Legge e quando su quelli insidiosi del Delitto. (Chi sa mai quale differenza corra fra la Legge e il Delitto e se l’una e l’altro non siano in fondo la medesima cosa. Ma per intenderci meglio bisognerebbe capovolgere i valori correnti e il significato delle parole).

Ed ecco che due rappresentanti della Legge, due autentiche guardie regie in debita montura, in compagnia di parecchi altri, falsi agenti, anziché portarsi per l’impunito viale della Legge si sono lasciati trascinare su quello pericoloso del Delitto. Mediante il quale sono arrivati in una piazza di Milano e di qui sono penetrati nell’ufficio di una ditta al di cui padrone che dovevano difendere e salvaguardare la proprietà, hanno invece rapinato quanto teneva nella cassaforte. I due mastini infedeli… sono però stati rintracciati ed assicurati al castigo della Legge. Certo che se essi seguivano le vie che lascia aperte quest’ultima potevano a bell’agio raggruzzolare un maggior bottino e ottenere, al posto degli odierni castighi del codice, magari una commendatizia… Ma non sono costoro i primi né gli ultimi dei mastini che sbagliano strada.
Auro d’Arcola


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