lunedì 16 luglio 2012

CATTIVE PASSIONI – IL DIRITTO DELL’IO

CATTIVE PASSIONI – IL DIRITTO DELL’IO
dall’Anti-Cristianesimo

“Basta! Chi parla così è un nemico del popolo!”
UN UOMO (nella folla)
da Un Nemico del popolo, H. Ibsen

Premessa
Opportuno sarebbe fare un’analisi dettagliata del pensiero antigiuridico nell’opera dello Stirner “L’unico e la sua proprietà”1, in quanto ricca di contenuti sulla questione in merito, oserei dire fondamentale per uno studio-teorico e una pratica individualista nel campo del diritto.

Lo Stirner affronta immediatamente il problema del diritto nelle prime pagine introduttive mettendo in luce cosa, l’Io (e badi bene non l’uomo) abbassato a semplice suddito-cittadino, è chiamato a non fare: “essere egoista.”
“Soltanto la mia causa non dev’essere mai la mia causa”, oppure, “Che vergogna l’egoista che pensa soltanto a sé.”2
L’autore dell’Unico abbatte questa sedicente verità che altro non è che una menzogna perpetuata e consolidata nei tempi anche per colpa di un cristianesimo invadente.3


Ogni cosa che nasce
è scritto che vada corrotta
Ogni cosa perisce
nel destino del vostro
respiro immaturo
Ogni cosa sfiorata
patisce una pena, marcisce
precipita l’ego nel vuoto
inghiottito dalla farsa dei tempi4

La causa di Dio e dell’Uomo non è cosa mia, non è la mia causa. Nessuna causa che sia dell’Umanità, della verità, della morale, dell’etica, ecc. si inginocchia a cause superiori, ma fa di se stessa la causa e il fine e ne diventa ed è essa stessa egoistica. Ecco che scorge dalla grotta dove è stato rintanato il mio egoismo, il cerbero delle passioni ingorde, “il nulla di ogni altro” che volevate sacrificare per delle seratine con la vostra signora lussuriosa, che non placa la mia ira e l’insaziabile voglia di godimento di me stesso e che allontana – questo è molto importante – le concezioni e i principi del diritto che è fuori dal mio essere.
Per i meno attenti sembrerebbe che mi stia scordando del tema portante di questo scritto: ma non è così.
Le fondamenta come accennavo poco sopra per una radicale refrattarietà alla legge e per qualsiasi sia l’organo che le promuove e le emana, che si tratti di un teatro eticamente accettato dalla massa o che sia espressione di una ristretta minoranza, devono reggersi assolutamente a partire da queste considerazioni sull’individuo.
Il diritto è il nemico da abbattere per svelare il grosso inganno morale che risiede appollaiato in tutta comodità dietro la menzogna e l’illusione di un diritto appunto, adatto a tutti.
I Fantasmi con cui l’Io ha a che fare sono molti e nella lotta che si affronta nella critica antigiuridica sono anche troppi.
I molti e più svariati predicatori-ladri dell’Io si accalcano per assicurarsi che lo horror mortis venga amplificato nel rituale di sottomissione a questi schiavisti mai stanchi.

“[...]Tutti i santi, ma in particolare i martiri, sono testimoni di Dio, che è Amore: Deus caritas est. I lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell’inferno che si apre sulla terra quando l’uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte. Purtroppo però questo triste fenomeno non è circoscritto ai lager. Essi sono piuttosto la punta culminante di una realtà ampia e diffusa, spesso dai confini sfuggenti. I santi, che ho brevemente ricordato, ci fanno riflettere sulle profonde divergenze che esistono tra l’umanesimo ateo e l’umanesimo cristiano; un’antitesi che attraversa tutta quanta la storia, ma che alla fine del secondo millennio, con il nichilismo contemporaneo, è giunta ad un punto cruciale, come grandi letterati e pensatori hanno percepito, e come gli avvenimenti hanno ampiamente dimostrato. Da una parte, ci sono filosofie e ideologie, ma sempre più anche modi di pensare e di agire, che esaltano la libertà quale unico principio dell’uomo, in alternativa a Dio, e in tal modo trasformano l’uomo in un dio, ma è un dio sbagliato, che fa dell’arbitrarietà il proprio sistema di comportamento. Dall’altra, abbiamo appunto i santi, che, praticando il Vangelo della carità, rendono ragione della loro speranza; essi mostrano il vero volto di Dio, che è Amore, e, al tempo stesso, il volto autentico dell’uomo, creato a immagine e somiglianza divina.[...]”5


Farneticazioni di un vecchio delirante in preda a smanie di potere.

“[...]Infatti, la religione dei greci, i culti e i miti pagani, non erano in grado di gettare luce sul mistero della morte, tanto che un’antica iscrizione diceva: ‘In nihil ab nihilo quam cito recidimus’, che significa: ‘Nel nulla dal nulla quanto presto ricadiamo’. Se togliamo Dio, se togliamo Cristo, il mondo ripiomba nel vuoto e nel buio. E questo trova riscontro anche nelle espressioni del nichilismo contemporaneo, un nichilismo spesso inconsapevole che contagia purtroppo tanti giovani[...]“6

Non saremo dei figliol prodighi sottomessi soltanto alla trasgressione giovanile né tanto meno dei Raskol’nikov da quattro soldi, uccideremo la vecchia usuraia e sua sorella con tutto ciò che è in nostro potere e affronteremo ciò che ne consegue, usurperemo il diritto di decidere cosa è bene e cosa è male, strappando con forza le spine della rinuncia senza cedere al senso di colpa istillato dal cristianesimo.
Non tenderemo mai i nostri polsi volontariamente ai grandi inquisitori, ma bensì ci lanceremo nell’abisso dell’inconscio per riconquistare l’Io, ripiombando nel vuoto e nel buio sapremo guardare in faccia la realtà materiale e non ci impiccheremo come Smerdijakov se non per nostro volere,o non cadremo nella febbre cerebrale, una febbre fredda quella della pazzia e del senso di colpa, la stessa febbre del genio filosofico del “tutto è permesso” immortalato in Ivan Karamazov.
No, la metafisica e tutta la teologia del vescovo di Roma è mossa ad annichilire l’unico, il nulla, il creatore, L’Io.

Ogni cosa passata
è scritto che vada sparendo
Ogni cosa presente
Annichilisce
all’avanzare dell’unico
Ogni cosa futura
terreno arido e incolto

Lo Stirner nella seconda parte del suo lavoro più importante entra nel vivo della questione etica imbattendosi proprio nella lotta fra gli individui egoisti.
Nell’individualità propria annuncia la vera natura egoista del Dio dei cristiani:

“[...]<<Dio>>, come se lo sono sempre rappresentato i cristiani, è un buon esempio di come uno possa agire solo per impulso proprio, senza chieder consiglio a nessuno. Agisce come “come gli piace”. E l’uomo,stolto,potrebbe fare altrettanto e invece si impone il dovere morale di comportarsi come “piace a Dio”. Se si vuol obiettare che anche Dio segue delle leggi eterne,questo vale anche per me, perché anch’io non posso uscire dalla mia pelle, ma ho in tutta la mia natura, cioè in me stesso, la mia legge.[...]”

La mia legge, il mio nulla.
Il centro il fondamento dell’esistenza dev’essere noi stessi e non un fantomatico diritto esterno un perno che non rientra nella sfera della nostra forza individuale o al di fuori dalla nostra volontà, perciò rivolgetevi a voi stessi piuttosto che ai vostri dèi o idoli.

“[...]Da questo nasce poi un nuovo modo di vivere l’essere uomini, l’essere cristiani. Una delle esperienze più importanti di quei giorni è stata per me l’incontro con i volontari della Giornata Mondiale della Gioventù: erano circa 20.000 giovani che, senza eccezione, avevano messo a disposizione settimane o mesi della loro vita per collaborare alle preparazioni tecniche, organizzative e contenutistiche della Giornata Mondiale della Gioventù e proprio così avevano reso possibile lo svolgimento ordinato del tutto. Con il proprio tempo l’uomo dona sempre una parte della propria vita. Alla fine, questi giovani erano visibilmente e “tangibilmente” colmi di una grande sensazione di felicità: il loro tempo donato aveva un senso; proprio nel donare il loro tempo e la loro forza lavorativa avevano trovato il tempo, la vita. E allora per me è diventata evidente una cosa fondamentale: questi giovani avevano offerto nella fede un pezzo di vita, non perché questo era stato comandato e non perché con questo ci si guadagna il cielo; neppure perché così si sfugge al pericolo dell’inferno. Non l’avevano fatto perché volevano essere perfetti. Non guardavano indietro, a se stessi. Mi è venuta in mente l’immagine della moglie di Lot che, guardando indietro, divenne una statua di sale. Quante volte la vita dei cristiani è caratterizzata dal fatto che guardano soprattutto a se stessi, fanno il bene, per così dire, per se stessi! E quanto è grande la tentazione per tutti gli uomini di essere preoccupati anzitutto di se stessi, di guardare indietro a se stessi, diventando così interiormente vuoti, “statue di sale”! Qui invece non si trattava di perfezionare se stessi o di voler avere la propria vita per se stessi. Questi giovani hanno fatto del bene – anche se quel fare è stato pesante, anche se ha richiesto sacrifici –, semplicemente perché fare il bene è bello, esserci per gli altri è bello. Occorre soltanto osare il salto. Tutto ciò è preceduto dall’incontro con Gesù Cristo, un incontro che accende in noi l’amore per Dio e per gli altri e ci libera dalla ricerca del nostro proprio “io”. Una preghiera attribuita a san Francesco Saverio dice: Faccio il bene non perché in cambio entrerò in cielo e neppure perché altrimenti mi potresti mandare all’inferno. Lo faccio, perché Tu sei Tu, il mio Re e mio Signore. Questo stesso atteggiamento l’ho incontrato anche in Africa, ad esempio nelle suore di Madre Teresa che si prodigano per i bambini abbandonati, malati, poveri e sofferenti, senza porsi domande su se stesse, e proprio così diventano interiormente ricche e libere. È questo l’atteggiamento propriamente cristiano.
Indimenticabile rimane per me anche l’incontro con i giovani disabili nella fondazione di San José in Madrid, dove nuovamente ho incontrato la stessa generosità di mettersi a disposizione degli altri – una generosità del darsi, che, in definitiva, nasce dall’incontro con Cristo che ha dato se stesso per noi. [...]”7

Quante parole buttate, quanto questo egoista tiri acqua al suo mulino!
Sacrificio! Osare il salto!
Ecco la buona novella che si tramuta per quello che è! Allontanarsi dall’Io, rifiutare la “ricerca del nostro proprio io”.
Ma quale sacrificio e per chi? Chi dovrei servire? Cosa c’è di più grave della preghiera del santo Francesco? Dovrei forse inginocchiarmi ad un altro egoista?

“[...]Dio e l’umanità hanno fondato la loro causa su nulla,su null’altro che se stessi. Allo stesso modo io fondo allora la mia causa su me stesso, io che, al pari di Dio,sono il nulla di ogni altro, che sono il mio tutto, io che sono l’unico.[...]”8

Le parole dello Stirner sono così piene che spaventano i dominatori gli anti-relativisti, degli assolutisti.
Il vescovo di Roma vuole con tutto se stesso abbattere i cancelli dell’io, vuole una fetta della nostra vita, spera di ingozzarsi a colazione pranzo e cena ingrassando il suo ventre con le nostre esistenze, e in nome di chi? Del suo Dio e del godimento di se stesso. Non a caso il catechismo della chiesa cattolica precisa inconfutabilmente cosa si cela dietro il messaggio “altruistico” e di “umanità” che da duemila anni il cristo (“l’unico cristiano mai esistito”9) e l’apostolo paolo di tarso “il prete” hanno voluto che fosse la verità indiscussa:

“Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio”10

Maurizio De Simone – Edizioni Cerbero

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1 Cfr. Max Stirner, L’unico e la sua proprietà; Adelphi.
2 Ibidem
3 Solo per fare un esempio:
[...]“Siccome il Cristianesimo, incapace di riconoscere al singolo il suo valore di unico, lo ha pensato invece sempre dipendente e in realtà non lo è stato nient’altro che una teoria sociale, una dottrina della convivenza, e in vero sia del rapporto fra Dio e l’uomo sia dei rapporti fra gli uomini, era inevitabile che esso rigettasse con infamia tutto ciò che è “proprio” [Eigene]: L’interesse personale, il capriccio individuale, la volontà personale, l’individualità propria, l’amor proprio, ecc. [Eigennutz, Eigensinn, Eigenwille, Eigenheit, Eigenliebe]. Il punto di vista cristiano è riuscito è riuscito perfino a rovesciare pian piano la connotazione positiva di alcune parole, rendendole spregevoli: perché non si dovrebbero riportare in onore? Così Schimpf (“insulto”) significava anticamente “scherzo”, ma per la serietà cristiana, che non capisce gli scherzi e la giocosità, il divertimento diventò disonorevole; Frech (“sfacciato”, ”impudente”) significava prima soltanto “risoluto”, ”coraggioso”; Frevel (“sacrilego”, ”crimine”) era soltanto “azione audace”, ”impresa rischiosa”. È noto come la stessa parola “ragione” sia stata per lungo tempo malvista. Il nostro linguaggio si è costruito per lo più in riferimento al punto di vista cristiano e la coscienza come è ancora troppo cristiana per non spaventarsi di fronte a tutto ciò che non è cristiano, considerandolo imperfetto e malvagio. Per questo anche la parola “interesse personale” è malvista.[...];
Max Stirner; ibidem. Parte seconda L’IO, L’individualità propria.
4 In difesa dell’Io; Cerbero
5 Benedetto XVI, Angelus, Castelgandolfo Domenica 9 Agosto 2009
6 Benedetto XVI, Angelus, Piazza San Pietro Domenica 6 novembre 2011
7 Benedetto XVI, Udienza alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi 22.12.2011
8 Max Stirner, L’unico e la sua proprietà; Adelphi
9 F. Nietzsche, L’anticristo.
10 Cfr. Catechismo della chiesa cattolica; capitolo primo L’uomo è capace di Dio: Il desiderio di Dio.

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