Poiché si ritiene che il lettore non abbisogni dispiegazioni che ne indirizzino l'interpretazione,quest'opera esce priva di introduzione.
Io ho riposto le mie brame nel
nulla.
A chi non appartiene la causa ch'io debbo difendere? Essa è,
innanzitutto, la causa buona in se stessa, poi la causa di Dio, della verità,
della libertà, della giustizia; poi la causa del mio popolo, del mio principe,
della mia patria; infine la causa dello spirito, e mille altre ancora. Soltanto,
essa non dev'essere mai la mia causa! "Onta all'egoista che non pensa che
a sé stesso!"
Vediamo un po', più da vicino, che cosa pensino della propria
causa coloro per gl'interessi dei quali noi dobbiamo lavorare, sacrificarci ed
infervorarci.
Voi che così profondamente conoscete le cose che concernono Dio,
ed avete investigato per millenni gli abissi e scrutato il cuore della
divinità, certo saprete dirci in qual modo Egli stesso tratti la causa alla
quale siamo chiamati a servire. Non tentate di nasconderci il modo di condursi del
Signore. Ebbene, qual'è la sua causa? Ha egli forse — come da noi si richiede —
abbracciato una causa a lui estranea, ha egli fatta sua la causa della verità o
dell'amore? Voi vi sentite indignati in udir pronunciare un simile assurdo e ci
sapete insegnare che quella di Dio è bensì la causa della verità e dell'amore,
ma che essa non può esser detta a lui estranea, giacché Dio è per se stesso la
verità e l'amore; e vi muove a sdegno il supporre che Dio possa assomigliarsi a
noi poveri vermi col favorire la causa d'altri come se fosse la propria.
"Dio dovrebbe occuparsi della causa della verità, se non fosse egli stesso
la verità?".
Egli non pensa che alla propria causa, ma egli è il tutto nel
tutto, e così la sua causa abbraccia tutto; noi non siamo il tutto nel tutto e
la nostra causa è oltre modo meschina e spregevole, perciò noi dobbiamo servire
ad "una causa più elevata". — Ebbene, è chiaro che Dio non si occupa
che delle cose sue, non pensa che a sé stesso e non vede che sé stesso; guai a
tutto ciò che contrasta a' suoi disegni. Egli non serve ad uno più alto di lui
e non cerca di soddisfare che sé stesso. La sua è una causa prettamente
egoistica.
Osserviamo un po' la causa dell' umanità che si vorrebbe facessimo
nostra. E forse quella d'alcuno a lei estraneo; l'umanità serve forse ad una
causa superiore? No, l'umanità non vede che se stessa, essa non è ad altro
intenta che a favorire se medesima, né ha, all'infuori della propria, causa
alcuna. Nell'intento di svilupparsi, essa fa che popoli ed individui si
logorino, ed allorquando questi hanno compiuto il loro ufficio, essa per tutta
riconoscenza li getta nel letamaio della storia. Non è forse la causa
dell'umanità una causa prettamente egoistica?
Non ho bisogno di dimostrare a coloro che ci vorrebbero imporre la
propria causa, che col far ciò essi si dimostrano teneri della lor salute, non
già della nostra. Osservate gli altri. Forse che la Verità, la Libertà,
l'Umanità richiedono da voi altre cose se non che v'infervoriate per loro e serviate
a' lor fini ?
In ciò essi trovano tutto il lor vantaggio. Osservate un po' il
popolo tutelato dai patrioti a tutta prova. I patrioti cadono nelle battaglie
cruente e nella lotta colla fame e colla miseria; forse che il popolo si commuove
perciò? Grazie al concime dei loro cadaveri esso diviene un popolo fiorente!
Gli individui son morti per "la grande causa del popolo" che paga il
suo debito con alcune parole di ringraziamento, e ne trae tutto il profitto che
può. Ecco un egoismo che frutta!
Ma osservate un po' quel sultano, che provvede con tanto affetto
ai "suoi". Non è egli forse l'immagine più schietta del disinteresse?
non sacrifica egli forse incessantemente sé stesso a bene dei suoi? Si, proprio
dei suoi! Prova un po' a fargli capire che non sei suo bensì tuo: in premio
dell'esserti sottratto al suo egoismo, tu sarai gettato in una carcere. Il
sultano non conosce altra causa che la propria: egli è per sé il tutto nel
tutto, è l'unico, e non consente ad alcuno di non essere dei "suoi".
E da tutti questi esempi illustri non volete apprendere che il
miglior partito è quello dell'egoista? Io per mio conto faccio tesoro di queste
lezioni e piuttosto che servire disinteressatamente a quei grandi egoisti,
voglio essere l'egoista io stesso.
Dio e l'umanità non hanno risposto la loro causa che in sé stessi.
Perciò voglio riporre anch'io in me stesso la mia causa, io, che, al pari di
Dio, sono nulla per ogni altra cosa, e per me sono il mio tutto, l'unico.
Se Dio e l'umanità son ricchi abbastanza per esser tutto a sé
stessi, io sento che a me manca ancor meno e che non potrò lagnarmi della mia
"vanità". Io non sono già il nulla del vacuo, bensì il nulla
creatore, il nulla dal quale io stesso creo ogni cosa.
Lungi dunque da me ogni causa, che non sia propriamente e
interamente la mia! Voi pensate che la mia causa debba essere per lo meno la
"buona causa"? Ma che buono, ma che cattivo ! Io sono per me stesso
la mia causa, ed io non sono né buono né cattivo. Tutto ciò per me non ha senso
alcuno.
Il divino è cosa di Dio, l'umano dell' "uomo". La mia
causa non è divina né umana, non è la verità, non è la bontà, né la giustizia, né la libertà, bensì
unicamente ciò che è mio; e non è una causa universale, bensì unica, come unico
sono io.
Nessuna cosa mi sta a cuore più di me stesso.
Max Stirner
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