L'unico e la sua proprietà
Parte prima: L'UOMO
III - IL REGNO DEI FANTASMI
III
IL REGNO DEI FANTASMI.
Coi fantasmi noi entriamo nel regno degli spiriti, nel regno degli
"esseri".
L'essere misterioso e incomprensibile che s'aggira nell'universo e
lo turba, è appunto il fantasma che noi chiamiamo Ente supremo. Penetrarlo,
comprenderlo, trovare ciò che in esso v'è di reale (dimostrare l'
"esistenza di Dio") — questo è il compito prefissosi nei millenni
dall'uomo con la orribile inutile fatica, col lavoro senza fine delle Danaidi,
di far reale il fantastico, di mutare lo spirito in corpo. —
Dietro al mondo che esiste essi cercarono la "cosa in sé", l'essere: dietro
la "cosa" es. si cercarono la "non cosa".
Quando si penetra nel fondo d'una cosa, cioè nella
sua vera essenza, si scopre molte volte che essa è altra da quella che ci appariva;
un discorso ingannevole, od un cuore falso, delle parole gonfie o dei pensieri
meschini, e così via. Col rivelarne l'essenza, il fenomeno sino
allora mal conosciuto si riduce a un'apparenza vana. L'essenza del mondo, che
ha tanta parvenza d'allettamenti e di splendori è, per colui che vuole
approfondirla, la vanità; la vanità è l'essenza universale. Ora chi è religioso
non si occupa dall'apparenza ingannatrice, ma ricerca l'essenza, e trova
nell'essenza la verità.
Gli esseri che sorgono da certa specie di fenomeni sono gli esseri
cattivi; quelli che sorgono da altre specie sono i buoni. L'essenza dell'animo
umano è, per esempio, l'amore; l'essenza della volontà umana è il bene; quella
del suo pensiero la verità, e cosi via.
Ciò che prima ai nostri occhi costituiva il mondo, oggi si
presenta come una pura apparenza; e ciò che veramente esiste è più
tosto l'essere, il cui regno è popolato di dei, spiriti, demoni, vale a dire di
esseri buoni e di maligni. Soltanto questo mondo a rovescio, il mondo degli
esseri, esiste oggidì veramente. Il cuore umano può essere privo d'amore, ma la
sua essenza vive — ed è il Dio che "è tutto amore"; il raziocinio
umano può errare, ma la sua essenza, la verità, esiste: "Dio è la verità",
ecc.
Conoscere e riconoscere gli esseri e null'altro che gli esseri:
ecco la religione; il suo regno è un regno degli esseri, dei fantasmi, degli
spettri.
La tendenza di render comprensibile il regno misterioso degli
spiriti, e di incarnarne il "non senso", ha prodotto un fantasma reale, uno
spirito che ha corpo. E in qual modo si sono affaticate le più forti e le più
geniali intelligenze del cristianesimo per comprendere un tal fantastico
oggetto! Però restava sempre la contraddizione delle due nature, la spirituale
e la sensuale. Nulla fu più tormentoso per un'anima. L'ossesso che per cacciare
da sé uno spirito si tortura fino al delirio e s'agita nelle più terribili
convulsioni, non prova un'angoscia comparabile a quella che cristiani
soffersero pel loro inconcepibile fantasma.
Ma per merito di Cristo questa verità fu palese; che
lo spirito propriamente detto, il vero fantasma, era l'uomo. Quello spirito che
ha preso forma corporea è per l'appunto l'uomo; egli stesso è
l'essere visibile, e n'è l'apparenza in pari tempo che la sostanza. Da allora
in poi l'uomo non teme, a dire il vero, i fantasmi che sono fuori di
lui, bensì se stesso; egli ha terrore di sé stesso. Nelle profondità del suo
seno ha ricetto lo spirito del peccato; perfino il più innocente pensiero
(ch'è pure uno spirito) può essere un demonio. — Il fantasma ha preso
carne; Dio s'è fatto uomo; ma l'uomo stesso è ora l'orrido fantasma del quale
prima indagava il mistero e ch'ei si sforzava di cacciare, di evocare e di far
parlare; l'uomo è lo spirito. Possa perire il corpo, purché si
salvi lo spirito; lo spirito è ciò che importa soprattutto; e la salute dello
spirito, o "dell'anima", discaccia ogni altro interesse. L'uomo è
divenuto dinanzi a se stesso un fantasma; sinistro fantasma al quale anche
dovette assegnare una sede nel proprio corpo (vedi le controversie intorno alla
sede dell'anima).
Tu per me ed io per te non siamo esseri superiori. Eppure tanto in
me quanto in te può racchiudersi un essere superiore il quale ci indurrà ad una
reciproca venerazione. Per restringerci alla cosa più comune, in me ed in te
vive "l'uomo". Se non vedessi in te un uomo, quale motivo avrei di
stimarti? Tu non sei, è vero, l'uomo e la sua vera forma
adeguata, bensì soltanto la spoglia mortale, dalla quale egli può separarsi
senza cessar d'esistere; ma per ora almeno quell'essere superiore ha fissato in
te la sua dimora, e tu rappresenti per me (per la ragione che uno spirito
immortale ha preso stanza in un corpo mortale, sicché la tua forma non è che "provvisoria
"), uno spirito che mi si rivela senza esser vincolato al tuo corpo ne ad
un modo di manifestazione determinato: dunque un fantasma. E perciò non vedo
già in te un essere superiore, bensì rispetto unicamente quell'essere superiore
che in te si "contiene"; rispetto in te "l'uomo". Questo
gli antichi non sapevano vedere nei loro schiavi, l'essere superiore, l'uomo,
non moveva il loro affetto. Un fantasma d'altra sorte scorgevano in ciascun di
loro: lo spirito popolare che a tutti gli individui sovrasta ed è in ognuno di
essi. Quindi veneravano quello spirito, e solo in quanto un singolo serviva
devotamente ad esso o ad un altro spirito affine, (per es allo "spirito della
famiglia") costui poteva ottenere considerazione e importanza. Soltanto in
grazia dell'essere superiore, chiamato popolo, il singolo "membro"
del popolo valeva qualcosa. Allo stesso modo che tu ci sei sacro in virtù dell'
"uomo" che scorgiamo in te, così allora si era resi sacri per il prestigio
di qualche ente superiore, popolo, famiglia, ecc. Se io mi prendo cura di te
perchè ti amo, perchè il mio cuore trova alimento in te e i miei bisogni hanno
in te la loro soddisfazione, ciò non avviene già per amor d'un essere
superiore, di cui tu sei l'involucro sacro, né perchè io vegga in te uno
spirito che attraverso il tuo corpo mi si riveli, ma per soddisfare il mio
egoismo.
Tu stesso mi sei caro, così come sei poiché il tuo essere non è
superiore a te, non è più elevato, più universale di te, ma è con te la stessa
cosa: è ciò che tu sei.
Ma il fantasma non è solo nell' uomo; è in ogni cosa. L'essere
superiore, lo spirito, compenetra ogni cosa. Spiriti da ogni parte!
Gioverebbe qui una rassegna di tutti gli spiriti che aleggiano per
ogni dove, se più sotto essi non ci dovessero riapparire per dileguar qual
nebbia al sole dell'egoismo. Perciò ci restringeremo ad accennare alcuno a mo'
d'esempio, per occuparci del modo con cui ci dobbiamo comportare verso di loro:
tali lo "spirito santo", la verità, il diritto, la legge, la giusta
causa, la maestà, il matrimonio, la salute pubblica, l'ordine, la patria, ecc.
MAX STIRNER
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