venerdì 5 ottobre 2012

VERSO L’URAGANO



VERSO L’URAGANO

(da «Il Libertario», La Spezia, a. XVIII, n. 721, 27 febbraio 1919)

Finché sarà giorno resteremo
a testa alta e tutto ciò
che potremo fare non lo lasceremo
fare prima di noi.

W. Goethe

Arroventiamo la penna nel fuoco vulcanico dello spirito nostro negatore; intingiamola nel nostro cuore gagliardo, gonfio di sangue ribelle e, nell’atea luce dell’anima nostra, scriviamo, scriviamo...
Scriviamo così, rapidamente, senza vane ricerche letterarie, senza ripugnanti ideologie teoriche, senza bigotte e sentimentali sdolcinature da isterici e da politicanti, avvolti solo nel manto della nostra furibonda passione!
Scriviamo soltanto parole di sangue, di fuoco e di luce!
Scricchiola, striscia o mia ruvida penna di fuoco e di energia sul bianco candore di questo foglio, come striscia una lingua di vipera sulla tenera gola di un bambino innocente per dargli, col veleno, la morte.
Via, via d’intorno a me tutte le teologie, le teosofie, le filosofie dogmatiche e politiche; lungi da me ogni prestabilito sistema: tutto è caduto incenerito sotto le corrodenti fiamme del mio spirito negatore.
Io sono il nichilista perfetto, l’ateo radicale.
Non è soltanto da oggi, no, che io ho trovato, ch’io ho scoperto, che io so che l’unica, la sola, fa più bella cornice entro la quale spicchi libera, solenne e maestosa la superba Individualità umana è il Nulla, il vero Nulla!
Nessuna lurida prigione potrà mai più rinchiudere questa anima mia ribelle e iconoclasta; ma oggi meno che mai!
Oggi che l’enorme campana del tempo ha suonato – e ha suonato sì forti colpi da rompere la più dura cervice alla plebe idiota - è dal Nulla che debbono balzare fuori furentemente le ardite falangi delle fiamme nere che, nell’impeto passionale della spontanea rivolta, costituiranno la crepitante colonna di fuoco la quale, precedendo innanzi ai popoli, darà l’annuncio primo della distruzione finale. Questa è l’ora dell’amarezza febbrile, della terribile ansia!
Questa è l’ora che precede l’ora divina della tragedia imminente, che ci darà la Morte eroica e l’eroica Grandezza. 
O ora beata che mi dai tutta la febbrile intensità dello spirito, io t’amo!
Non darei l’amarezza che tu mi rechi per tutte le mediocri dolcezze del mondo; non darei le febbri che mi martellano le tempie, che mi bruciano la fronte, per la tranquillità e la pace di tutti gli uomini vili!
O Satana ispirami! Ispirami Tu o mio divino fratello!
Dammi Tu la infernale potenza d’incendiare tutti quei vergini spiriti che ancora non sono stati sepolti nel letamaio di bugiarde teorie; fa ch’io possa stringere attorno a me un pugno audace d’amanti di eroica e libertaria Grandezza o Eroica Morte.
Ma ci saranno! Ci devono essere! Che le anime timorate se ne stiano tranquillamente a marcire in compagnia dei loro stupidi santi ed il vecchio incretinito buon dio! Ma noi marceremo! È giunta l’ora di marciare per tutti coloro che, dominando l’ideale, ne sono diventati simbolo e incarnazione.
Avvolti dalla divinità del nostro strazio, procederemo in avanti e, con l’esempio dei fatti, indicheremo agli uomini quali sono le vie che conducono verso la nuova luce! Cadremo? Non importa! Noi vogliamo la liberazione da questa stupida vita di umiltà, di schiavitù, di servilità, ove l’uomo deve camminare in ginocchio e lo spirito parlare sommesso, a bassa voce, come una preghiera.
Bisogna uccidere la filosofia cristiana nel senso più radicale della parola. Quanto più va intrufolandosi nella civiltà democratica (questa forma più cinicamente feroce della depravazione cristiana) e più si va verso la categorica negazione della Individualità umana.
“Democrazia! Ormai lo abbiamo compreso che significa tutto ciò - dice Oscar Wilde - Democrazia è il popolo che governa il popolo a colpi di bastone per amore del popolo”.
Contro tutto ciò è suonata l’ora d’insorgere e non soltanto con qualche antipatico e ripugnante teoretico belato d’agnelli...
Ben altro ci vuole in questo sanguinoso crepuscolo d’una civiltà che ha fatto il suo tempo! O la Morte o un’Alba nuova dove la Individualità viva sopra ad ogni cosa.
Io tutto ho dimenticato, anzi non dimenticato: superato (e lo so io con quale strazio), anche l’insuperabile amore per la mia Compagna e l’adorazione per il mio bambino.
I miei libri - i miei cari libri che sopra ad ogni altra cosa amavo - ora dormono laggiù lontano, lontano da me; laggiù nell’antica casa, entro un grosso cassettone, forse coperti di polvere e forse bagnati dalle lacrime della mia cara Compagna.
Ma anche l’amore per voi, o miei cari libri, o torce luminose del mio pensiero, è superato!
Oggi sento dentro di me qualche cosa più forte di tutti gli amori, che mi bacia l’anima con tutto il calore di un irresistibile fascino...
Sui frantumi di tutto ciò che ho distrutto con la negazione, una nuova fede è rinata. La fede dell’impossibile reso possibile dalla mia negazione, o la purificazione ultima, quanto vera, che s’incontra fra le fiamme ardenti della finale catastrofe, tragica e redentrice.
Oggi cerco un’ora sola di furibonda anarchia e, per quell’ora darei tutti i miei sogni, tutti i miei amori, tutta la mia vita.
Ma quell’ora verrà! Oh, se verrà! E se non dovesse venire mi darei volontariamente nelle antropofaghe mani di quella società idiota e bestiale che già mi ha regalato una magnifica sentenza di morte (per essermi ricordato di possedere idee superiori le quali valgono per insegnare che la divina libertà dell’Io è qualche cosa di più bello e di più grande della sua guerra bestiale) e mi farei cinicamente fucilare in segno del più profondo disprezzo contro di me e la innominabile vigliaccheria di tutti gli uomini.
Porgendo un saluto al «Libertario» risorto e alla prossima insurrezione sociale, stringo fraternamente la mano ai veri ribelli di tutte le varie tendenze!
Oggi è vigilia d’Azione! Alle prime scintille io sarà fra voi.
Renzo Novatore

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