AL DI SOPRA DELLE DUE ANARCHIE
(da «Vertice», La Spezia, n. u., 21 aprile 1921)
Il
pensiero sociale saturo di dinamica rivoluzionaria che irradia il concetto
politico-sociale dei comunisti libertari
irrompe attraverso l'universale profondità del dolore umano per intrecciarsi in
un quasi monistico
amplesso con l'altro più alto e vasto concetto psichico-spirituale
dell'individualismo anarchico
anelante alla definitiva e radicale anarchia.
Ma
essendo l'Anarchia un “assoluto finale” in piena armonia con l'infinito ideale
ed il comunismo un “relativo”
trapasso giuridico sociale sboccante nell'impirismo economico-perciò preludio e
promessa ma non
musicale armonia di piena e finale epopea-avviene che i rigogliosi figli delle
due correnti teoretiche del
divenire sociale continuano ad accapigliarsi ancora a vicenda contendendosi-or
tempestosi ed or sereni-il
patrimonio filosofico-spirituale della pura Anarchia. È l'antico dualismo
che, rivestito di logica apparente, si
aggira ancora nel cerchio vizioso ove la giostra del dogma e dell'utopia rotea
sull'asse infausta
del sogno che la verità deforma e trasfigura la vita.
Ed
è da questo cerchio vizioso, ove nessuna delle due parti ha ancora osato
arditamente di uscire, ch'io voglio
definitivamente svincolarmi per poscia immergermi nel bagno di un nuovo sole.
L'anarchico
che aspira al comunismo e l'individualista che aspra all'Anarchia non si
accorgono di essere ancora
stretti, violentemente, fra i ceppi della sociologia castratrice e fra le faci
dell'umanesimo che è un viscido
impasto di non-volontà individuale e di morale pseudo-cristiana.
Chi
accetta una causa sociale, collettiva ed umana, non è nella pura Anarchia del
libero istinto vergine e originale
dell'antropocentrico inassimilabile e negatore.
Io-Anarchico
e individualista-non voglio e non posso sposare la causa del comunismo
ateo, perchè non credo
nella suprema elevazione delle folle e perciò nego la realizzazione
dell'Anarchia intesa come forma sociale
di umana convivenza.
L'Anarchia
è negli spirit liberi, nell'istinto dei grandi ribelli e nelle anime grandi e
superiori.
L'Anarchia
è l'intimo mistero animatore delle incomprese unicità, forti perchè sole, nobili
perchè hanno il
coraggio della solitudine e dell'amore, aristocratiche perchè sprezzanti della
volgarità, eroiche perchè contro
tutti...
Nettare
per l'Io psichico è l'Anarchia e non alcool sociologicoo per collettività.
Anarchico
è colui che si nega a tutte le cause per la gioia della propria vita irradiata
dall'interiore intensità
dello spirito.
*
* *
Nessun
avvenire e nessuna umanità, nessun comunismo e nessuna anarchia valgono il
sacrificio della mia
vita. Dal giorno che mi sono scoperto ho considerato me stesso come META
suprema.
Ora
avvolto nella parabola ascendente del mio spirito libero e liberatore, sciolgo
le briglie della pura nudità
dell'istinto per librarmi al di sopra dell'arco-ispirazione sociologica
ideale-che aggiunge e congiunge
l'utopismo dogmatico delle due pallide anarchie sognatrici per glorificare-fra
il contrasto dei venti
e le feste del sole-l'egoarchia e possente signoria di me stesso.
Oltre
il tragio ponte del superuomo nietzschiano io scorgo un vertice ancora più libero e fosforescente sul
quale nessun dio-uomo mai celebrò i suoi natali né la sua pasqua di
resurezione.
Al
di sopra dei popoli e dell'umanità vive e palpita l'assurdo e sublime mistero
dell'UNICO indefinito
Io-folle
aquila umana-irrompo fra la tenebrosa oscurità di questa fosca notte, ove urla
la tempesta delle idee
e rumoreggiano i venti del pensiero, per poscia librarmi oltre le braccia
antelucane dell'alba e, fra l'ardente
fiamma del sole meridiano, divinarmi nel palpito voluttuoso e dionisiaco
dell'istinto amoralistico
e vitale ove la luce dello spirito e la passionalità del sentimento si
inebbriano nelle vergini e selvagge
sorgenti del sangue e della carne.
*
* *
La
gioia è-prima di tutto-un modo speciale di sentire la vita.
Per
l'uomo superiore e di sentire elevato esiste la sublime gioia del dolore e la
profonda tristezza della felicità.Zarathustra
che,attraverso la dolorosa e sublime solitudine delle vette, cerca, con
avidità, la fine gioia
della conoscenza,ed incontra la folle e divina pazzia; Giulio Bonnot
che,attraverso il”Crimine” ed il “Delitto”, sublima
la volontà dell'Unico che, al di là del Bene e del Male, ascende verso il cielo
dell'Arte eroica
del vivere e del morire. Bruno Filippi che si annienta nello sforzo titanico, che
rivendica il diritto dell'”Io”
contro le costrizioni sociali delle viscide collettività borghesi e plebee, sono
le gemme radiose componenti
la ghirlanda libertaria del mio amoralismo vitale, nonchè i protagonisti della
mia tragedia spirituale.
Io
nella vita cerco la gioia dello spirito e la lussuriosa voluttà dell'istinto. E
non m'importa sapere se queste
abbiano le loro radici perverse entro le caverne del bene o entro i vorticosi
abissi del male. Io ascendo,e
se nell'ascendere incontrerò il tragico fulmine del mio destino, la vita e la
more si curveranno sulla
mia bocca contorta per poscia seguirmi nel turbine supremo ove l'Arte glorifica
i forti ed incompresi
ribelli che la morale vitupera e condanna, che la scienza chiama pazzi e che la
società maledice.
*
* *
Io
sono dunque il tripudiante istinto liberato. Porgendo l'orecchio a me stesso
sento l'urlo scrosciante dello
spirito mio liberatore che canta l'epica e trionfale canzone della vittoria
finale.
Tutte
le ARCHIE sono cadute infrante. Ora mi amo e mi esalto, mi canto mi glorifico. I
miei vecchi sogni hanno
trovato riposo sulla pelle bianca e odorosa delle donne. L'ardente e pagana
anima mia di spregiudicato
poeta si specchia con voluttà nei loro occhi perversi ove gli spiriti del
Piacere e del Male danzano
la danza più folle. Solo il luccicar delle stelle, lo scorrere dei fiumi, il
mormorio della foresta,dicono
qualche cosa di ciò che vive in me. Chi non comprende le strane sinfonie della
natura non può
comprendere le strofe sonore delle mie maliarde canzoni.
*
* *
Il
mio non è un pensiero o una teoria, ma uno stato d'animo, un modo particolare di
sentire. Quando sentirò
il bisogno di mettere decisamente in libertà i miei Centauri ed i miei furenti
stalloni, sarà intorno a
me un'orgia pazza d'amore e di sangue, perchè io sono-lo sento-ciò che gli
abitanti delle paludi morali della
società chiamano “delinquente comune”.
*
* *
Pazzo? Come
volete! Gli esseri normali non hanno mai goduto le mie simpatie. Fra gli uomini i
più che amo
sono i “delinquenti” del Pensiero e dell'Azione(Artisti,Ladri,Vagabondi,Poeti).
Fra
le donne amo le pervertite. Le amo vestite di azzurro nei tramonti serali. Le amo
vestite di rosso fra il biondo
delle albe nascenti, le amo nude e profumate sul letto d'amore, le amo vestite di
bianco sul piccolo
letto di morte.
Povere, piccole, grandi
sorelle mie che ho sempre amato e possedute mai. Io vi amo!vi amo!vi amo!
Ditemi
o sorelle mie viventi, o sorelle mie trapassate: chi? chi di voi fu la più
celebre, la più grande, la più pervertita?
Ah,ricordo, ricordo!...
Clara
fosti tu! ...Ma ora dove sei?
Ti
conobbi una volta attraverso il Giardino dei Supplizi di Ottavio Mir[a]beau. Ti
conobbi e ti amai! Tu sei
la più strana e raffinata creatura, più romanticamente e profondamente umana e
crudele che abbia saputo
sentire finemente la vita e squisitamente l'amore fra il gemito straziante dei
suppliziati ed il profumo
dei fiori. Quando ti penso a correre, folle e leggere, sotto il preludio biondo
del crepuscolo d'oro per
trovare una verde zolla arrossata di sangue e fartene un letto nuziale per
concederti al più profondo amplesso
d'amore, io mi sento esaltato dall'ammirazione per te.
Ah, romantica
e raffinata creatura, come tu sai penetrare il miracolo divino dei fiori e come
il profumo sensuale
del Tallitro cinesi ti insegna a sublimare...
Solo
una grande lussuriosa e una grande pervertita tua pari poteva udire-anche fra
l'urlo straziante e terribile
dei suppliziati-la voce forte e possente dell'instintiva natura che grida:” Amatevi! ... Amatevi! ... Fate
anche voi come i fiori...Non c'è che l'Amore di vero!. Ed io lo comprendo
e lo sento, o Clara, il tuo amore peccaminismo e amorale, maledetto ed abbominato
dalla castrata
purezza della morale dei casti e degli uomini. Lo sento che folle e impetuoso
s'innalza dalle più sotterranee
profondità dell'istinto,per rimbalzare-con musicale armonia d'ansie e di
misterispregiudicato e
superbo innanzi al barbaro e crudele spettacolo dei sacrifici umani e per
celebrare il palpito
supremo e gagliardo della GIOIA più dolorosamente profonda,risuonante nel cuore
sanguinante della
vita più tragica e piena.
*
* *
O
perversa eroina di Ottavio Mir[a]beau, io ti sublimo e ti canto perchè sono il
barbaro canto del Male.
Al
di sopra delle due Anarchie della Ragione e del Bene, io innalzo-glorioso e
trionfante-il vessillo dell'Anarchia
dell'Istinto e del Male.
Renzo Novatore
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