sabato 6 ottobre 2012

Ammiravo i suoi paradossi



Ammiravo i suoi paradossi

Tratto da: Paolo Valera, I clamorosi rossi dell’automobile grigia. Memorie di Giulio Bonnot, Milano, La Folla, 1921

Egli diceva che non era nato per essere fra i malcontenti, fra i miserabili, fra gli ubbidienti. Erano malattie per i bruti, per gli idioti. La storia era fatta di disubbidienze. Ascoltavo e ammiravo. Ammiravo i suoi paradossi, senza difendermi, senza imped
ire che le stramberie diventassero a poco a poco verità anche per me. In un mese la mia fantasia si accendeva con le faville della sua. Mi scaldavo al fuoco del suo cervello. C’erano momenti in cui mi sentivo illuminato della sua luce. Con il suo verbalismo alla rovescia le figure storiche assumevano altri colori, diventavano altre persone, circolavano con altri caratteri. Annegate nell’inchiostro del disgusto o del disprezzo egli le alzava e le faceva rivivere nella prosa scarlatta della rivolta. Gli uomini più bistrattati dalle villanie dei contemporanei apparivano nella discussione uomini integri, con il loro cervello disambientato in lotta con gli uomini del suo tempo. Plasmati da lui, circolavano altezzosi, fieri, inconciliabili, come in una conflagrazione di idee. Se mi lasciavo impallidire dalle cataste dei cadaveri ammucchiati nelle pagine dei movimenti incomposti per le imprudenze o le impazienze dei personaggi o delle masse egli: mi svecchiava. Mi ripeteva che si doveva pensare alla rovescia. Il bianco doveva diventare nero e il nero bianco. Per la gente antica le perturbazioni, le violenze, le sollevazioni erano disperazioni umane. Per lui contenevano delle consolazioni, delle risurrezioni, delle giuste vendette, delle scene immortali.


– I tumulti – mi diceva – le insurrezioni, i complotti, le sedizioni, gli ammutinamenti, le eruzioni popolari contro le leggi antisociali sono manifestazioni sagge, da gente equilibrata. Non c’è altro. Se si è fatta della strada è grazie a questi urti, a queste febbri, a queste convulsioni. Per gli sciocchi sono eccessi di follia, Per me sono movimenti utili, razionali, indispensabili nella società del mio e del tuo. Senza di esse saremmo ancora alla Vandea odiosa della gente che moriva o voleva morire per i diritti patrizi e bestiali del feudalesimo

Nessun commento:

Posta un commento