Octave Mirbeau
Probabilmente Octave Mirbeau è stato il primo ad aver introdotto in letteratura la figura del ladro gentiluomo, elegante e raffinato, capace di rivendicare attraverso una logica stringente la legittimità dei propri atti. Apparso sotto forma di racconto breve nel 1896, Scrupoli precede di appena un anno il più celebre Il ladro, romanzo di Georges Darien il cui protagonista si caratterizzava per un esplicito richiamo all’anarchismo. Sia Mirbeau che Darien furono compagni di strada di quel movimento anarchico francese in cui la questione della ripresa individuale era all’ordine del giorno, come dimostrano i processi tenuti contro Clément Duval nel 1887, contro Vittorio Pini nel 1889, contro Philippe Ortiz nel 1894. Di lì a poco, fra il 1900 e il 1905, i clamorosi furti compiuti dall’anarchico Alexandre-Marius Jacob, lettore di Darien, avrebbero riempito le prime pagine dei giornali, fornendo ispirazione a Maurice Leblanc per la creazione del suo immortale Arsenio Lupin. Ed è proprio in quegli anni che Mirbeau riprenderà il testo di Scrupoli per farne un atto unico teatrale, nella versione che qui presentiamo.
Personaggi
il LADRO
il DERUBATO
il DELEGATO di pubblica sicurezza
il CAMERIERE di fiducia
Scenario
Un elegantissimo salotto Luigi XVI. A destra, porta che dà nella camera da letto; a sinistra, caminiera ornata da una pendola Luigi XVI e da due vasi della Cina riccamente montati. In fondo, larga finestra aperta sul balcone. In mezzo, tavola dagli svolazzi di bronzo, carica di statuette preziose e di ninnoli rari. Contro i muri, da ogni lato della finestra di destra, un medagliere di legno di rosa, a sinistra, una piccola scrivania, sormontata da un gran vaso di porcellana di Sèvres. Stampe antiche in cornici prescelte... Qua e là, grandi divani a gondola, sedie, coperte di belle sete.
Scena prima
All’alzarsi del sipario, la stanza è immersa nell’oscurità. Si vede solamente alla finestra fra le laminette delle persiane, la luce notturna dell’esterno... La pendola suona le cinque. A un tratto un piccolo rumore che sembra venire d’oltre la finestra... e si vedono due ombre di uomini disegnarsi sulle persiane... A poco a poco, le imposte cedono, s’aprono; le due ombre si fanno più dense, più solide... Poi si sente il rumore come di un diamante che taglia il vetro, poi una gran lastra di vetro cade sul tappeto... le due ombre tralasciano un istante di lavorare... Profondo silenzio... Finalmente si vede un braccio passare per l’intelaiatura senza vetro e girare la spagnoletta della finestra. La finestra si apre e un signore assai elegantemente vestito – cappello a cilindro, pelliccia opulenta, cravatta bianca, camicia inamidata – entra nel salotto con prudenza a orecchie tese, seguito da un cameriere di fiducia, correttissimo, carico di una grossa valigia di cuoio fulvo.
Il LADRO e il CAMERIERE di fiducia
IL LADRO Non è stato molto facile... (Abbassandosi per raccogliere il pezzo di vetro). Fortunatamente il tappeto è soffice e attutisce i rumori... Nessuno ha sentito... (Cammina con precauzione nella stanza)
IL CAMERIERE Non è certo... Tremo come una povera, piccola foglia...
IL LADRO Dio!... che buio!...
IL CAMERIERE Bisogna accendere la lanterna cieca?
IL LADRO È inutile... qui c’è la luce elettrica... (Orientandosi) Vediamo, la caminiera deve essere a sinistra... se ricordo bene...
IL CAMERIERE A sinistra nella pianta... per conseguenza, è a destra qui (avanza a tentoni).
IL LADRO Vediamo... vediamo... (Avanza in punta dei piedi, tendendo le braccia). Bada... non urtare nulla... ci sono molti ninnoli...
IL CAMERIERE Preferirei essermi perduto in una foresta, di notte... in una grande foresta... (raggiunge la caminiera). Ah!... ecco...
IL LADRO Che cosa?
IL CAMERIERE La caminiera...
IL LADRO Cerca il bottone elettrico... fai luce... fiat lux...
IL CAMERIERE Come può mai il signore scherzare in momenti simili?... Il signore non ha timore?...
IL LADRO Ma no... ma no... spicciati... (Il cameriere gira l’interruttore, la stanza si rischiara. Essi si guardano intorno; il cameriere tremante, il ladro ha un’espressione soddisfatta). Elegantissimo... È proprio così...
IL CAMERIERE (a un tratto spaventato, indicando la porta). Signore!... signore!...
IL LADRO Che cosa c’è?
IL CAMERIERE Di là... non avete sentito?...
Ascoltano. Silenzio.
IL LADRO Sei uno stupido...
IL CAMERIERE Ah! Signore, tutto ciò finirà male!
IL LADRO Suvvia! Posa la valigia sul divano... (va ad ascoltare alla porta) Dorme profondamente... russa persino...
IL CAMERIERE Russa... Il signore vede che avevo sentito qualcosa!?
IL LADRO Ed ora... lavoriamo... (guardando la pendola) Cinque ore e mezza... Di già!... Non abbiamo che il tempo necessario...
IL CAMERIERE Poiché c’è da fare, qui... Perbacco!
IL LADRO E questa notte ho indugiato scioccamente al circolo.
IL CAMERIERE (con tono d’affettuoso rimprovero). E per perdere una bella somma!... Ah! Il signore non è veramente ragionevole...
IL LADRO Non temere... ripareremo qui...
IL CAMERIERE Se il signore avesse voluto riflettere... già da molto tempo il signore si sarebbe ritirato dagli affari con un bel sacco.
IL LADRO L’inazione mi pesa... amo la lotta... Sono ancora troppo giovane... che diavolo!
IL CAMERIERE (rassegnato). Insomma!... (apre la valigia) lavoriamo... lottiamo...
IL LADRO Fai attenzione... Occorre precisione... delicatezza... soprattutto sangue freddo...
IL CAMERIERE Insomma!... (Estrae dalla valigia un revolver che depone sulla tavola) Prima questo...
IL LADRO Oh! detesto servirmi di questi strumenti.
IL CAMERIERE (deponendo sulla tavola i grimaldelli). E questi...
IL LADRO Suvvia... sbrighiamoci (Con lo sguardo fa il giro della stanza). Tu, apri quel medagliere e imballa nella valigia la collezione di medaglie... È assai curiosa, vale molto, sembra... (Si leva il soprabito) Io visiterò questi tiretti (Si siede davanti al tavolo e apre i cassetti, piano piano, mediante i grimaldelli... lavorando) Se posso credere al mio indicatore... c’è... qui dentro... di che diventare onesti... per il resto della vita.
IL CAMERIERE (traslocando la collezione delle medaglie). E ritirarsi in campagna... in una piccola casa... con un piccolo giardino... Che sogno, signore, che sogno!... Ah!... la campagna... le soglie delle porte, la sera... gli orli dei pozzi... il buon odore di fieno... Essere... fabbriciere... (con ammirazione).
IL LADRO (toglie dai cassetti pacchetti di titoli che ammucchia sul tavolo, vicino a lui). Rendita russa... benissimo... Rendita ungherese... Rendita spagnola... Ferrovie italiane... Tramvie berlinesi... Non mi stupisce ch’egli sia così nazionalista. Ah! Pacchetti di biglietti di banca... francesi, questi... Viva la Francia!... (ammucchiandoli) Conteremo poi...
IL CAMERIERE (ha trovato delle lettere in un cassetto). Signore... delle lettere! (annusa) Lettere di donne... Caspita!
IL LADRO Cerca di sbarazzarti di certe espressioni volgari e lascia quelle lettere...
IL CAMERIERE Ma, signore... potrebbero essere una miniera...
IL LADRO Lascia quelle lettere... Tu sai che nulla detesto più del ricatto... È una cosa vile e volgare... Siamo corretti e restiamo gentiluomini... Prendi questo... (il cameriere prende titoli e biglietti) Nella valigia... la moneta è per te.
Dà al cameriere alcune monete d’oro e d’argento trovate in un cassetto.
IL CAMERIERE Grazie, signore!... Ah! È certo che il signore è un vero gentiluomo.
IL LADRO (prendendo una statuetta sulla tavola). È molto bella... (la osserva da conoscitore) è ammirevole... Credo sia di Pajou... Nella valigia... e delicatamente, vero?... Queste tabacchiere... guardiamole un po’... (le esamina una ad una) Magnifiche!... Che epoca deliziosa!... Nella valigia...No!... non quella!... È moderna... (Si alza) Via, ma... tutto questo non è malaccio... Non mi avevano ingannato... (cammina nella stanza, ispezionando i ninnoli davanti alla caminiera). Oh, una pendola... una pendola meravigliosa... Di primissimo ordine... Vale quella del signore Da Comondo... Oh! Queste figurine... che capolavoro!... Potrò io pure regalare qualcosa al Louvre... Nella valigia!... È per la Francia... (il cameriere trasporta la pendola...). (Continuando a camminare nella stanza) C’è gusto... non c’è che dire... c’è gusto... Che cosa bella e rara... un uomo che ha gusto...
IL CAMERIERE Spicciamoci, signore... fra poco saranno le sei...
IL LADRO Sì... sì... (vuole estrarre il cassetto della piccola scrivania-vetrina... il cassetto resiste... fa forza... il vaso sorretto barcolla e cade, frantumandosi sul tappeto, con un gran fracasso) Patatrac!
IL CAMERIERE (spaventato). Perdio!
IL LADRO Imbecille che sono!...
Ascolta.
IL CAMERIERE (Sempre più spaventato e tremante). Signore?...
IL LADRO Che cosa?
IL CAMERIERE Qualcuno sta camminando nella stanza... sento dei passi nella stanza...
IL LADRO Taci... (un istante di silenzio) Ma no...
IL CAMERIERE Ma sì, signore... Ma sì...
IL LADRO Egli non sente nulla...
IL CAMERIERE Signore... Vi dico che qualcuno cammina nella stanza... Fuggiamo!... (cerca di fuggire)
IL LADRO Accidenti!... È vero!...
Vuole fuggire... Ma la porta s’apre e un uomo in camicia da notte, con le gambe nude, si mostra nel rettangolo della porta e si ferma.
IL CAMERIERE Troppo tardi!... siamo presi!... Mio Dio!...
IL LADRO (ricomponendosi). Suvvia!... Stomaco ed eleganza!...
Scena seconda
Gli stessi e il DERUBATO
IL LADRO (avanzando con elegante disinvoltura e salutando). Signore!...
IL DERUBATO Vi disturbo forse?
IL LADRO (gentilissimo). Affatto!...
IL DERUBATO Tanto meglio.
IL LADRO Entrate dunque, signore, ve ne prego...
IL DERUBATO Siete molto amabile... (fa qualche passo).
IL LADRO Scusatemi se vi ho così inabilmente svegliato. La colpa è tutta mia... Voi avete, signore, certi ninnoli molto sensibili, veramente, che l’avvicinarsi del più leggero grimaldello fa subito cadere in deliquio... (ride discretamente... con tono prezioso). Credo che siano affetti, essi pure, dalla malattia del secolo... che siano nevrastenici... come tutti noi...
IL DERUBATO Mio Dio!... Non bisogna per questo essere in collera con loro... È molto naturale, confessatelo... sono così vecchi!...
IL LADRO Certamente!...
IL DERUBATO (dopo un istante di silenzio). Con chi ho l’onore di parlare?...
IL LADRO Mio Dio! Signore, il mio nome in questo momento vi causerebbe forse... una sorpresa troppo viva...
IL DERUBATO Ah!... non insisto!...
IL LADRO D’altronde, non pensate forse che sia meglio serbare per un’occasione meno strana... che non può mancare di prodursi... una presentazione che io mi auguro... prossima e regolare...
IL DERUBATO Come volete...
IL LADRO (continuando con un sorriso). E che... posso confessarlo... oggi non cercavo affatto...
IL DERUBATO Benissimo...
IL LADRO Desidererei... se voi consentite... serbare il più stretto incognito... fino a nuovo ordine...
IL DERUBATO È naturalissimo...
IL LADRO Fra galantuomini... le cose s’accomodano sempre nel modo migliore...
IL DERUBATO Credete pure... che da parte mia...
IL LADRO Non ne dubito affatto...
IL DERUBATO Sì... Ma questo non mi spiega punto...
IL LADRO La mia presenza in casa vostra, in un’ora così insolita e... (mostrando i cassetti aperti) in questo disordine mattutino?...
IL DERUBATO Precisamente... Vi sarei grato... se però non ci vedete... dell’indiscrezione.
IL LADRO Nessuna indiscrezione... Al contrario, v’assicuro... la vostra curiosità è molto legittima e non penso affatto di sottrarmici... siete assai simpatico, signore...
IL DERUBATO Mille grazie!
IL LADRO Estremamente simpatico... Avete un gusto squisito... squisito...
IL DERUBATO Mi adulate...
IL LADRO Affatto... Dico la verità... E in questi tempi di modernità... il gusto è una cosa così rara!... Oh!... Io me ne intendo...
IL DERUBATO Vedo infatti che noi amiamo le stesse cose... È piacevole...
IL LADRO Nevvero?... È un legame... morale... una solidarietà, se oso dire... Ma... scusate... poiché desiderate... ed io pure ne sono felicissimo... che facciamo un po’ di conversazione... non pensate... che sarebbe prudente per voi... indossare una veste da camera?... Il vostro disordine mi desola... Fa freddo qui... e si fa tanto presto a prendere quel maledetto crup...
IL DERUBATO Voi avete ragione... Vogliate dunque scusarmi... un minuto... (esce e ritorna). Insomma... mi spiacerebbe molto essere con voi in debito di franchezza e di educazione.
IL LADRO (inchinandosi). Signore...
IL DERUBATO E mi vedo forzato a far prevenire il delegato di pubblica sicurezza della vostra presenza nel mio quartiere... Oh! Per il principio.
IL LADRO Fate, signore... fate...
IL DERUBATO Per il principio solamente... Torno subito... (Esce).
Scena terza
Il LADRO e il CAMERIERE di fiducia
IL LADRO Senza fortuna... accidenti, com’è seccante!...
IL CAMERIERE Ah!... L’avevo ben detto al signore... questa volta è finita... (Supplichevole) Andiamocene signore... per pietà... andiamocene!...
IL LADRO Sei pazzo!
IL CAMERIERE Forse ci lascerà partire... È un originale... Non mi sembra un uomo cattivo... Ma per Dio, signore, andiamocene di qui!...
IL LADRO Basta con queste geremiadi... Rimetti a posto tutti gli oggetti che abbiamo presi... Bisogna ricominciare... ecco tutto...
IL CAMERIERE Il signore è il diavolo... Anche il denaro?
IL LADRO Anche il denaro... Vi sono dei momenti nei quali bisogna saper fare sacrifici.
IL CAMERIERE E la moneta?... Anche la moneta?...
IL LADRO Anche la moneta...
IL CAMERIERE (desolato). Ah! Signore!... signore!... (estraendo gli oggetti dalla valigia)... Addio, campagna!... Addio, vitelli, mucche... (con un po’ di collera). porci!...
IL LADRO Vuoi tacere?...
IL CAMERIERE Con la sua istruzione e la sua intelligenza, il signore avrebbe potuto benissimo, in un buon posto e in un buon affare, rubare agli altri, senza pericolo... come molte persone che noi conosciamo, il signore ed io... e che sono così tranquille... che vengono decorate... Ah! Il signore non è ragionevole... (Rientra il derubato. Ha un abito da casa elegante).
Scena quarta
Gli stessi e il DERUBATO
IL DERUBATO (vedendo che il ladro e il cameriere riordinano gli oggetti rubati). Lasciate... lasciate... ve ne prego... Non datevi questa pena... Fra poco il mio cameriere riordinerà tutto...
IL LADRO Ma...
IL DERUBATO Ne ha l’abitudine...
IL LADRO Noi pure...
IL DERUBATO Non importa... (porge una sedia e ne prende un’altra. Il cameriere si ritira in fondo alla scena con la testa fra le mani)... Ora, signore, vi ascolto...
IL LADRO Prima di cominciare il mio racconto, potrei, signore, come ogni eroe di romanzo e di teatro... potrei raccogliermi, secondo i riti del mestiere e rivivere la mia vita... Ebbene, no, signore, eviterò questa banalità.
IL DERUBATO Vi ringrazio...
IL LADRO Andrò diritto allo scopo... (un istante di silenzio). Signore... sono un ladro... (assenso del derubato) un ladro professionista... (nuovo assenso) diciamo la parola... benché suoni molto male alle orecchie delicate... o svaligiatore... Vedo d’altronde che l’avete indovinato...
IL DERUBATO Perfettamente...
IL LADRO Questo fa onore alla vostra perspicacia...
IL DERUBATO L’abitudine alla psicologia...
IL LADRO Dunque sono un ladro... non mi sono deciso ad abbracciare questa posizione sociale che dopo aver profondamente riflettuto e aver constatato che, nei tempi torbidi nei quali viviamo, essa era ancora la più schietta, la più leale, la più onesta di tutte...
IL DERUBATO Il paradosso è grazioso... ma non è che un paradosso.
IL LADRO Vedrete...
IL DERUBATO D’altronde, io amo il paradosso...
IL LADRO Il furto, signore — e dico il furto come potrei dire il commercio, la magistratura, l’industria, la letteratura, la pittura, la finanza, la medicina — il furto fu una carriera malfamata perché tutti quelli che finora vi si dedicarono non erano che odiosissimi bruti, ripugnanti vagabondi... persone senza discernimento, senza educazione e senza eleganza... persone che non si può veramente ricevere in casa propria.
IL DERUBATO Questo ve lo concedo...
IL LADRO Ora io voglio ridargli l’onore al quale ha diritto e fare del furto una carriera liberale, onorata ed invidiata...
IL DERUBATO Farete fatica...
IL LADRO Forse... Come tutti gli iniziatori... Ma arriverò...
IL DERUBATO Questa fiducia vi onora... Dopo tutto, bisogna aspettarsi qualunque cosa, oggi... Vediamo!...
IL LADRO Non perdiamoci in inutili parole, signore... Niente romanticismo, col vostro permesso... affrontiamo la vita com’è nella sua realtà generale e... quotidiana... Il furto è l’unica preoccupazione dell’uomo...
IL DERUBATO Permettete... E l’amore?
IL LADRO Indubbiamente... ma per conquistare l’amore e per onorarlo di tutte le bellezze che gli sono indispensabili, bisogna pagarlo... in qualche modo... Ora chi dice pagare... dice rubare... (il signore fa un gesto di diniego).
IL DERUBATO Divertente, ma specioso...
IL LADRO Non protestate!... fatemi il favore di seguirmi... Non si sceglie una professione — qualsiasi professione, badate bene — se non perché ci permette, ci autorizza, ci offre perfino di rubare — più o meno — ma insomma di rubare qualcosa a qualcuno... Siete troppo intelligente... conoscete troppo bene ciò che la falsa parata delle nostre virtù e del nostro onore nasconde, perché io sia obbligato a corroborare di esempi giustificativi e di enumerazioni conclusive ciò che dico...
IL DERUBATO Vi trovo un po’ esclusivo...
IL LADRO Ma anche voi, signore!...
IL DERUBATO Io?
IL LADRO Sicuro... voi che avete una reputazione universale d’integrità... voi che siete una delle nostre personalità parigine e più rispettate, non siete stato un tempo borsista, poi collezionista?... Non siete ora filantropo?... Mi volete dire quello che una fortuna come la vostra, acquisita con questi tre mestieri, rappresenta di atti inqualificabili... di compromessi immorali... di... infamie coperte... o violente?
IL DERUBATO (lentamente con un gesto triste). Mio Dio... da un certo punto di vista... forse c’è del vero... Evidentemente... se ci mettiamo sul terreno d’una stretta filosofia... o d’un ideale sublime, che è la stessa cosa... forse si può sostenere questo...
IL LADRO Notate che non vi conosco... Non so nulla della vostra vita... Ma generalizzo e dico che un uomo, per il solo fatto di guadagnare del denaro... ruba...
IL DERUBATO Forse non è che una questione di vocabolario... in fatti...
IL LADRO Vedete bene... Ma non parliamo che di quello che mi concerne... sarò brevissimo d’altronde...
IL DERUBATO Oh! Non preoccupatevi...
IL LADRO Ho esordito nell’alto commercio... Le porcherie che necessariamente ho dovuto compiere, le malefiche astuzie, gli inganni ignobili... le falsificazioni di pesi... i colpi in Borsa... gli anticipi ripugnarono presto la mia istintiva delicatezza... la mia natura franca... improntata a tanta cordialità e a tanti scrupoli. Lasciai il commercio per la finanza...
IL DERUBATO Era, signore, permettete che ve lo dica, un cadere da Cariddi in Scilla... o se preferite... mutare il vostro commercio losco... in una finanza cieca...
IL LADRO Indubbiamente... Cosicché la finanza mi disgustò subito... non potevo piegarmi a lanciare affari inesistenti, a emettere biglietti falsi... monete false... a organizzare false miniere, falsi istmi, false carboniere... Pensare continuamente a canalizzare il denaro degli altri verso le mie casseforti, ad arricchirmi sulla rovina lenta o improvvisa dei miei clienti, in virtù dei prospetti abbaglianti e della legalità delle combinazioni estorsive... fu per me una operazione inaccettabile alla qale si rifiutò il mio carattere, nemico della menzogna... Pensai allora al giornalismo...
IL DERUBATO Di bene in meglio!
IL LADRO Meno d’un mese mi bastò per convincermi che, a meno di darsi a complicati e penosi ricatti... il giornalismo non nutre il suo uomo... E poi veramente è molto penoso, per le persone che posseggono qualche cultura come me, essere schiave di imbecilli ignoranti o grossolani, la maggior parte dei quali non sa né leggere, né scrivere se non la sua firma in fondo a ricevute ignominiose... Oh! In fede mia... no... Allora... credetti che la politica...
IL DERUBATO (si contorce dalle risa). Ah!... Ah!... Ah!...
IL LADRO Proprio così... non parliamone più... (il riso si calma). Poi volli diventare un uomo di mondo... un vero uomo di mondo... quello che noi chiamiamo un uomo di mondo professionista...
IL DERUBATO Situazione molto ingombra oggi... e assai precaria.
IL LADRO Sì... ma... quel che vale l’uomo... vale il suo posto. Sono un bel ragazzo... ho una certa seduzione naturale e acquisita... pratica dello sport... salute di ferro... ingegno...
IL DERUBATO Oh! L’ingegno... è piuttosto imbarazzante...
IL LADRO (rettificando). Abbastanza ingegno, credo... per simulare meravigliosamente tutti i diversi generi di stupidità e di mediocrità necessaria a una funzione simile. Un ingegno alla rovescia se così si può dire...
IL DERUBATO Ce ne vuole molto...
IL LADRO Ne ho molto... Ho anche il gusto delle cose tradizionali... delle relazioni vaste, la profonda conoscenza del codice dell’onore... Un po’ mezzano, un po’ tappezziere, schermidore felice, arbitro pieno di sottigliezza, giocatore impassibile e fortunato, nulla m’era più facile del farmi ricevere in un circolo quotato... d’essere invitato un po’ dappertutto... di fare la spoletta fra l’ufficio dell’uomo d’affari e il gabinetto intimo d’una donna alla moda... essere l’accalappiatore dell’uno e il procacciatore dell’altra... solamente, ecco, avevo troppi scrupoli...
IL DERUBATO Evidentemente...
IL LADRO Barare al gioco; alle corse, speculare sopra un cavallo; piantare delle giovani cocottee spiantarne delle vecchie; vendere il mio nome, le mie influenze a profitto d’un nuovo Kina, di un banchiere sospetto, d’un camiciaio reclamista, d’un fabbricante d’automobili, d’uno straniero milionario o d’una bella donna?... Appartenere alla Patrie française e al Tiro al piccione... vantare i romanzi di Bourget, le commedie di de Massa, i manifesti del Duca d’Orléans e sfondare, negli ippodromi, i cappelli di Loubet?... In fede mia, no!... Subito riconobbi ch’era al di sopra delle mie forze...
IL DERUBATO Ah! Perbacco! Non è una sinecura...
IL LADRO A chi lo dite! Insomma sbrigai così tutto ciò che la vita pubblica o privata può offrire, in fatto di professioni onorate e di carriere rispettabili, a un giovane intelligente e delicato quale io sono...
IL DERUBATO E psicologo...
IL LADRO Se volete... Vidi chiaramente che il furto — con qualsiasi nome lo si chiami — era l’unico scopo e l’unica molla di tutte le attività umane... ma come dissimulato... come deformato, per conseguenza come più pericoloso!... Feci dunque il ragionamento che segue: poiché l’uomo non può sfuggire alla legge fatale del furto, sarebbe cosa assai più onesta da parte sua che lo praticasse lealmente e che non circondasse il suo naturale desiderio d’appropriarsi del bene altrui, con tanti pretesti decorativi, tante qualità sontuose, la parata eufemistica dei quali e delle quali ormai non inganna più nessuno... E tutti i giorni rubai... Rubavo onestamente... Penetravo la notte mediante scasso negli appartamenti signorili... prelevai una volta per tutte, dalle casse degli altri, quello che giudico necessario ai miei bisogni materiali, intellettuali e sentimentali... allo sviluppo della mia personalità umana... per parlare come i filosofi... E ciò richiede solo qualche ora, fra una conversazione al club e un flirt al ballo... Eccettuato questo tempo, vivo come tutti gli altri... e quando faccio un buon colpo sono accessibile a tutte le generosità...
IL DERUBATO Siete felice?
IL LADRO Come lo si può essere in una società mal fatta dove tutto vi urta e che non vive che di menzogne. Ciò ch’è sicuro è che la mia coscienza libera non mi rimprovera più nulla... poiché di tutti gli esseri che ho conosciuti, io sono il solo che abbia coraggiosamente uniformato i propri atti alle proprie idee e adattato ermeticamente la propria natura al vero significato della vita... (con una melanconia sorridente) se pure la vita abbia un significato...
IL DERUBATO (melanconico). Ah!... Ecco!...
IL LADRO Insomma, la vita non ha che il significato che ognuno vuole darle.
IL DERUBATO Forse... Ciò che equivarrebbe a dire che a furia d’averne, non ne ha più nessuno...
IL LADRO Tutto questo è molto complicato...
IL DERUBATO Dunque... siete quasi un apostolo?...
IL LADRO Mio Dio, sì... Un apostolo... un po’ deluso...
IL DERUBATO Ruolo pericoloso... Gli apostoli finiscono spesso assai male...
IL LADRO È vero. Ce ne sono infatti che diventano ministri... Che volete?... Ma ci sono dei compensi... Sorprese simpatiche...
IL DERUBATO (con un tono vagamente libertino). Avventure romanzesche... galanti?... Donne... donnine...
IL LADRO Talvolta... (con fatuità). Spesso...
IL DERUBATO Non mi potreste raccontare?... Adoro le storie di donne...
IL LADRO E il segreto professionale, signore?
IL DERUBATO Oh! Senza fare nomi...
IL LADRO Ebbene... questa, fra le altre... Non la più curiosa... ma la più recente... L’altra notte mi ero introdotto nell’appartamento d’una piacevolissima cocottina... sapevo... come si possono sapere queste cose... che doveva dormir sola... eccezionalmente quella notte... E avevo già riempita la mia valigia di numerosi ninnoli e d’oggetti di valore... quando... all’improvviso — che cosa era avvenuto?... avevo fatto troppo rumore? — la porta della stanza dove lavoravo s’aprì... e... sconvolta... atterrita... coi capelli sparsi, seminuda sotto i merletti... la piacevolissima cocottina apparve...
IL DERUBATO Come me, poco fa?
IL LADRO (un po’ ironico). È necessario che vi dica, caro signore, senza volervi offendere con un paragone che poi non ha nulla d’offensivo per voi... che fu un momento mille volte più bello, mille volte più commovente, di quello... nel quale mi appariste voi... pure ignudo?...
IL DERUBATO Non insistete, signore... Non ho le stesse pretese e le stesse risorse di quella donna... Continuate vi prego... Bruna?...
IL LADRO Rossa...
IL DERUBATO Il colore che amo...
IL LADRO Era adorabilmente desiderabile così... La sua bellezza... il disordine del suo abbigliamento... il suo spavento... e il resto... tutto questo mi eccitò in sommo grado... Istantaneamente il ladro fu sostituito in me dall’innamorato: «Grazia, grazia!... per pietà!... Non uccidetemi... tutto ciò che vorrete... ma non uccidetemi!...». Caddi ai piedi di quella donna incantevole e svestita... la supplicai di nulla temere da me: «O la tua bocca!... i tuoi seni... i tuoi occhi!... i tuoi capelli...». E la trascinavo... tutta fremente nella sua stanza...
IL DERUBATO Ah! Ah!... io adoro queste storie di donna... E allora?...
IL LADRO L’indomani mattina ella non voleva più lasciarmi partire... E mi diceva con una riconoscenza infinita: «Almeno tu, mio caro... tu non li rompi in pezzi... al contrario...». Ma ne ho altre ancora di più curiose.
IL DERUBATO I miei complimenti... (pensieroso). Ah! Voi avete fortuna...
IL LADRO Ho molta logica...
IL DERUBATO Il vostro mestiere ha del buono... evidentemente ha dei rischi...
IL LADRO Oh! Quando lo esercito con intelligenza... con discrezione...
IL DERUBATO Non importa... Ha dei rischi... Ma anche del buono...
IL LADRO Provatevi...
IL DERUBATO (con rimpianto). Oh! Ricominciare la carriera?... Sono troppo vecchio. Ho preso ormai una piega... È impossibile... (si alza).
IL LADRO È un peccato...
IL DERUBATO Credetemi che lo rimpiango... (guardando la finestra ove il giorno è più chiaro fra le lame delle persiane). Ma ecco... il giorno spunta... (rumori fra le quinte) ... e sento non l’allodola, ma ciò che è infinitamente meno poetico... sento il delegato di pubblica sicurezza... È un uomo incantevole... (entra bruscamente il delegato). L’avevo dimenticato... (Al delegato) Buongiorno, signor delegato.
Scena quinta
Gli stessi e il DELEGATO di Pubblica Sicurezza
IL DELEGATO Che c’è, caro signore?... Che c’è?... Cosa vi succede?...
IL DERUBATO (un po’ impacciato, guardando il ladro e il delegato). Oh! Niente di grave, signor delegato...
IL DELEGATO Come?
IL DERUBATO Per meglio dire... assolutamente nulla.
IL DELEGATO Assolutamente nulla?... Ma, caro signore, non si disturba un delegato di pubblica sicurezza per assolutamente nulla... (guardandosi attorno). E questi tiretti aperti... Questi oggetti sparsi... Questi mobili forzati... Uno scasso?...
IL DERUBATO Una perizia... E si tratta di cose tanto simili che a tutta prima ho potuto ingannarmi... comprendete?...
IL DELEGATO Non comprendo proprio nulla...
IL DERUBATO Ed io neppure... (mostrando il ladro) E il signore neppure, suppongo... (assenso del ladro). Ah! Signor delegato... in generale gli uomini capiscono molto poco di ciò che succede loro... Senza questo... gli uomini sarebbero dèi...
IL DELEGATO Siete strano, signore... non vi riconosco più... Tutto questo è molto strano... Allora, perché m’avete disturbato?...
IL DERUBATO Per il principio... per il principio, solamente...
IL DELEGATO (impaziente). Al diavolo!...
IL DERUBATO Proprio così... (lo accompagna dolcemente). Arrivederci, signore.
IL DELEGATO Ma, signore?!
IL DERUBATO Arrivederci, arrivederci!...
Esce il delegato.
Scena sesta
Gli stessi, meno il DELEGATO
IL LADRO Non solo avete un gusto squisito... ma avete un tatto... un tatto!...
IL DERUBATO Mio Dio... È una cosa che si possiede...
IL LADRO Veramente... non so come ringraziarvi...
IL DERUBATO Niente... Niente... Il piacere è mio...
IL LADRO Voi esagerate... Non vorrei abusare più a lungo di una ospitalità della quale io sento, signore, tutto il valore... della quale serberò un ricordo... eccezionale... credetemelo...
IL DERUBATO Disgraziatamente i ricordi si susseguono e non si rassomigliano... Mi fareste il piacere di condividere la mia piccola colazione mattutina?
IL LADRO Grazie, signore... Non potrei.
IL DERUBATO Perché?
IL LADRO Sono quasi le otto... Sono in abito da sera... È molto ridicolo... Non vorrei urtarvi con una scorrettezza simile... D’altronde ho fretta di rincasare... devono essere inquieti a casa mia...
IL DERUBATO Ma... ho il telefono... a vostra disposizione.
IL LADRO Siete veramente troppo gentile... Grazie!...
IL DERUBATO Desiderate una vettura?
IL LADRO Mille grazie... la mia automobile mi aspetta qualche casa più in là...
IL DERUBATO Meglio ancora... Una buona marca, penso!
IL LADRO Eccellente.
IL DERUBATO Quanto potete fare?
IL LADRO Centoventi...
IL DERUBATO Benissimo.
IL LADRO (andando alla porta). Permettete?... (chiamando) Giuseppe!... (entra Giuseppe che aiuta il suo padrone a rimettersi la pelliccia) la valigia!... (Al derubato) Arrivederci, caro signore... Vi rinnovo le mie scuse...
IL DERUBATO Allora, arrivederci... (il ladro si dirige verso la finestra ch’egli si appresta a scavalcare) No... No... non posso permetterlo... Per la porta... caro signore... per il portone, vi prego.
IL LADRO È vero... Scusatemi... L’abitudine!... (saluti e gentilezze. Egli esce).
Cala il sipario.
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