giovedì 14 novembre 2013

“IL MACABRO RITO DELL’ODORE DEPRECATIVO”

“...Io sono la Morale, nata dalla cieca ignoranza e dallo spirito autoritario dell’uomo e debbo compiere la mia funzione di oscurare le menti, di creare paurosi e biechi fantasmi, di spegnere ogni spirito di rivolta, e finché io vivrò gli uomini saranno schiavi, miserabili e vili. E neppure tu sarai risparmiato dalla mia ira miserabile e spietata, o demonio infernale»
Erinne Vivani – La morte del più orribile Mostro



Odore di candele, incenso, putrefazione:
il gregge dell’anarchia si riunisce all'ombra delle mura della chiesa Redentrice. Mura che trasudano puzzo di morale e risentimento.

I capi sono chini è l’ora del pentimento: chi ha cercato di ribellarsi alle regole, ma ha percepito che il suo valore “ha valore” solo all'interno della comunità, ora ha il capo cosparso di cenere e la mano supplicante perdono, chi ha scelto di continuare “ a servir messa” , ma cova dentro sé il risentimento e l’odio dell’uomo vinto.

Silenzio!

I pulpiti si ergono per i Santi dell’Anarchia, sono pronti questi illuminati ad ammaestrare e ammonire il gregge: “ La libertà compagni è operare per il bene della collettività, odia coloro che si appartano, odia Individui forti ed indipendenti!...

Accontentatevi della vostra mediocrità! Vorreste voi forse primeggiare sui vostri compagni? 

Voi siete gregge!”.

I sacerdoti anarchici preparano gli altari per il sacrificare l’Ego dell’Unico al Dio dell’Egualità: niente e nessuno può e deve prevalere, solo i morti, i santi anarchici di mille secoli fa possono emettere le loro sentenze eterne, ma dalle loro bocche escono solo vermi putridi di decomposizione e gelo mortale.
Come una litania che si spande fra le mura, il sussurro continua: “ sacrifica a questo la tua vita armento, la tua volontà di potenza e la potenza della morale, tu vuoi importi e primeggiare per paura che la lotta fra la morale e gli istinti profondi della vita ti possa vincere.

Silenzio!

Si ode un suono fra le tue mura chiesa redentrice!
È il suono di un Requiem!
È il suono della tua agonia!
Marcisci sotto il tuo stesso giogo, la tua fiaccola si è spenta, i tuoi morti parlano lingue arcane, incomprensibili.
Chiudi con forti passanti le tue porte.
La belva feroce, l’Oltre Uomo attende fuori

Sara Zappavigna

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