L’ubriacatura della mente non è quanto basta per noi.
Se, non nella visione del puro atto che attinge per mera soddisfazione personale esultante di appagamento nell'urgenza della distruzione. L’azione imitata, l’azione propagandistica, quella derivante dallo ‘’stato febbrile del popolo ’’, quella indotta da chi decide delle vostre azioni, sono opere che nulla hanno a che fare con l’individualismo.
In realtà nell'individualista non vi è una reale distinzione tra pensiero e azione. La connessione della mente con l’agire è tale che, non necessitando di ulteriori passaggi che risultano agire da filtri quali il coinvolgimento di terzi, la loro approvazione, il loro logo. E’ la spontaneità del momento che ne detta il processo.
Non può definirsi individualista né chi esibisce società future, né chi fa del suo percorso uno stampo da cui attingere soldatini. Il primo, perché l’individualista non può vedere oltre se non il Qui ed Ora , istante per istante è il suo IO che racchiude passato e futuro nel presente; il secondo, è palesemente vittima della sua verità.
Le passioni che generano l’azione sono congiunte all'individuo che in quanto Unico è anche Il Solo. E’ proprio questa sua unicità che implica che le sue caratteristiche, i suoi limiti, la sua oggettività e le relazioni fra queste, determinano la particolarità dell’azione.
Vi è qui necessità di intendersi sul concetto di azione.
Essa deve essere il frutto della passione e del sentimento del singolo che si relaziona alle circostanze, che sono mutevoli. Nulla ci obbliga o ci vieta di agire. Nulla ci rammenta come, quando e se agire. Nulla antepone il valore di un’azione chiassosa al valore di un’azione intima.
Noi diffidiamo di chi parla di rivoluzione; essa è un’ idea che appartiene a tutte le scuole di pensiero socialiste comprese quelle anarchiche. I bolscevichi, pronti a ergersi a guida delle masse con l’avanguardia di funzionari di partito, e gli anarchici socialisti che attendono la società del venire accontentandosi dello scoppio di un petardo, nell'illusione che queste siano azioni che possano risvegliare le coscienze delle masse ed indurle alla lotta.
Altra cosa è la rivolta del singolo; dell’Io che si eleva, che si libera delle morali imposte dalla società dominante. L’IO cosciente va aldilà del bene e del male e insorge ogni volta che qualcuno, tenta di ostacolare il suo cammino, sia esso lo Stato e le sue leggi, la collettività/maggioranza, il singolo tiranno; poco importa.
L’individualista potrà invitarvi a liberarvi, ma non potrà mai dirvi come agire. E quando vi aspetterete che un individualista vi dica cosa fare, capirete di non aver compreso nulla dell’individualismo. Ecco la chiave.
In realtà nell'individualista non vi è una reale distinzione tra pensiero e azione. La connessione della mente con l’agire è tale che, non necessitando di ulteriori passaggi che risultano agire da filtri quali il coinvolgimento di terzi, la loro approvazione, il loro logo. E’ la spontaneità del momento che ne detta il processo.
Non può definirsi individualista né chi esibisce società future, né chi fa del suo percorso uno stampo da cui attingere soldatini. Il primo, perché l’individualista non può vedere oltre se non il Qui ed Ora , istante per istante è il suo IO che racchiude passato e futuro nel presente; il secondo, è palesemente vittima della sua verità.
Le passioni che generano l’azione sono congiunte all'individuo che in quanto Unico è anche Il Solo. E’ proprio questa sua unicità che implica che le sue caratteristiche, i suoi limiti, la sua oggettività e le relazioni fra queste, determinano la particolarità dell’azione.
Vi è qui necessità di intendersi sul concetto di azione.
Essa deve essere il frutto della passione e del sentimento del singolo che si relaziona alle circostanze, che sono mutevoli. Nulla ci obbliga o ci vieta di agire. Nulla ci rammenta come, quando e se agire. Nulla antepone il valore di un’azione chiassosa al valore di un’azione intima.
Noi diffidiamo di chi parla di rivoluzione; essa è un’ idea che appartiene a tutte le scuole di pensiero socialiste comprese quelle anarchiche. I bolscevichi, pronti a ergersi a guida delle masse con l’avanguardia di funzionari di partito, e gli anarchici socialisti che attendono la società del venire accontentandosi dello scoppio di un petardo, nell'illusione che queste siano azioni che possano risvegliare le coscienze delle masse ed indurle alla lotta.
Altra cosa è la rivolta del singolo; dell’Io che si eleva, che si libera delle morali imposte dalla società dominante. L’IO cosciente va aldilà del bene e del male e insorge ogni volta che qualcuno, tenta di ostacolare il suo cammino, sia esso lo Stato e le sue leggi, la collettività/maggioranza, il singolo tiranno; poco importa.
L’individualista potrà invitarvi a liberarvi, ma non potrà mai dirvi come agire. E quando vi aspetterete che un individualista vi dica cosa fare, capirete di non aver compreso nulla dell’individualismo. Ecco la chiave.
Chiù Pac
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