domenica 5 agosto 2012

L'Anarchico


L’Anarchico 
di Émile Armad

L’anarchico è colui che nega l’autorità e ne rigetta il suo corollario economico: lo sfruttamento. E ciò in tutti i settori dell’attività umana. L’anarchico vuole vivere senza dei o padroni, senza capi o registi, senza leggi e pregiudizi,senza morale, costumi, obblighi precostituiti.
Egli desidera vivere in libertà, vivere la sua personale concezione della vita. Nel suo

intimo è sempre è sempre un asociale, un emarginato, un disadattato. E’ per obbligo che vive insieme a coloro dei quali ripudia i modi di fare. Si sottomette solo ad alcune condizioni indispensabili, e non senza un certo rammarico, come arma di difesa per la sua sopravvivenza. L'anarchico vuole vivere la propria vita per quanto possibile, moralmente, intellettualmente ed economicamente indipendente dal resto del mondo, senza preoccupazione per gli sfruttati e sfruttatori, senza l'intenzione di dominare o sfruttare gli altri, ma pronto a rispondere con ogni mezzo a coloro che potrebbero intervenire nella propria vita o di vietare a lui di esprimere la propria opinione con la parola o la penna.
L’anarchico è il nemico dello Stato e di tutte quelle istituzioni che mantengono o perpetuano la sottomissione dell’individuo. Non vi è alcuna possibilità di riconciliazione tra l'anarchico e qualsiasi forma di società basata sull'autorità, aristocratiche o democratiche. Non c'è area di accordo tra l'anarchico e un ambiente guidato dalle decisioni di una maggioranza o dalla voce di una élite. L’anarchico lotta contro ciò che viene insegnato dallo Stato e dalla Chiesa. Egli è avversario di tutti i monopoli e privilegi intellettuali, morali ed economici. In poche parole è avversario inconciliabile di tutti i regimi, di tutti i sistemi sociali, di tutto ciò che implica la dominazione dell’uomo o di un gruppo su l’individuo, la detenzione di un individuo o di un gruppo.
Il lavoro dell’anarchico è soprattutto la critica. L’anarchico semina la rivolta contro chi limita la libera espressione individuale. Egli libera la mente da idee preconcette, aiuto coloro le cui menti sono intrappolate dalla paura,aiuta coloro che si sono emancipati dalle convenzioni sociali; l’anarchico incoraggia chi come lui vuole ribellarsi contro il determinismo dell’ambiente sociale, vuole affermare la sua individualità, scolpire la sua statua interiore, essere il più possibile indipendente dall’ambiente morale, intellettuale ed economico. L’anarchico preme per informare gli ignoranti, reagire gli apatici, rafforzare i deboli, alzare i miti. Preparare a non dipendere da nessuno.
Un abisso separa l’anarchismo dal socialismo, in tutti i suoi aspetti, incluso il sindacalismo.
L’anarchico colloca l’atto individuale in primo luogo come il sua concezione di vita. Per questo è chiamato anarchico individualista.

Egli non pensa che i mali dell’umanità siano tutti imputabili al capitalismo e alla proprietà privata. Egli pensa che siano dovuti in particolare alla natura imperfetta della mentalità umana nel suo insieme. L’anarchico individualista non ha alcun interesse in una rivoluzione violenta che mira a trasformare il modo di distribuzione delle merci in un sistema comunista o collettivista che non comporti un cambiamento di mentalità e di emancipazione generale della persona. Sotto il Comunismo sarà soggetto alla buona volontà dell’Ambiente: restando un povero miserabile come ora. Invece di essere sotto il giogo di una piccola minoranza capitalista sarà dominato dall’economia collettiva: Nulla sarà unicamente suo. Sarà un produttore o un consumatore, non un individuo autonomo.


Nessun commento:

Posta un commento