giovedì 7 marzo 2019
DALLA STRADA... QUALI CRITERI DI RAPPORTAZIONE?
Vi sono individui in cui è latente la stessa propensione alle cose
contro cui si battono,(vedi i democratici, i comunisti autoritari,
molti omosessuali o .lesbiche, gli anti-razzisti, ecc..). Essendo
idealisti vorrebbero allo stesso modo di chi li reprime e violenta
estendere la propria influenza sugli altri. Ma in maniera più
sottile e con l'arma più maligna escogitata dall'uomo:
l'ideologia che è la forma laicizzata della religione, questa è una
fede che consiste nel voler ridurre tutti al loro stesso modo,
pensandoli simili tutti a se stessi. In sostanza sono nemici delle
differenze che percepiscono come ignominie, e per loro non si
è mai andati troppo a fondo verso quello che è un reale
processo di 'omogeneizzazione sociale'. Effetto di questo è
anche il razzismo attuale, dovuto essenzialmente al crearsi di
'un'unica società' multi razziale, che distruggendo le
differenze in tutti i sensi inerenti alle società passate, come per
conseguenza degli individui, va incorporandole e pianificandole
all'interno di un unico e solo criterio e regola, dove la paventata
diversità consiste nel fare cose diverse ma tutte ben dentro la
stessa logica. Non è un caso se questo spaventoso processo di
'colonizzazione dei cervelli', trascina gli individui a
riconoscersi tramite vincoli di sangue, colore della pelle, gusti e
tendenze sessuali, che vanno aggregandosi proprio perché
minacciati dai gruppi avversi, e in senso reazionario avviene
l'analogo processo. Tutto è dovuto al processo di distruzione
indotta dal sistema, che avendo frantumate l'infrastrutture
comunicative dei vecchi gruppi sociali tanto proletari quanto
borghesi e piccolo borghesi, invade sfere di rapportazione
individuali e interpersonali che per loro natura non si possono
formalizzare e standardizzare sotto un 'unico' e normativo
criterio. Sulla distruzione e cancellazione di interi patrimoni
culturali, ciò che una volta erano dei popoli con una loro
propria identità , sulle loro rovine vagano oggi grandi masse di
sradicati alla perenne ricerca di ciò che possa dar loro una
qualche parvenza d'identità . Da qui l'esaltazione e l'abnorme
adesione ai simboli, alle religioni, insomma verso tutto ciò che
costituisce e crea un segno forte come divisa mentale
esteriorizzata tramite l'abbigliamento e i vari trucchi facciali
adottati per riconoscersi appartenenti a questo o quel branco
umano. L'individuo ridotto, frammentizzato, esaltato nelle sue
congenite e funzionali parzialità dal sistema, viaggia nei suoi
ragionamenti con lo stesso criterio di chi lo domina,
riproducendo il dominio.
Molti individui volendo fare 'i liberati' si presentano disinibiti
a tal punto che il loro non farsi problemi è sintomo -come
direbbe Adorno- di questa causa: tutta la società e immigrata
in loro. Ciò li rende ai miei occhi esseri insignificanti proprio
perché a parlare non sono mai loro, ma un composto di luoghi
comuni, accettati come norma dalla costumanza della gente.
Sono esseri oggettivati. Il soggetto sono le cose che fanno, e
loro l'oggetto di queste. Quelli che ancora hanno delle
inibizioni, mi sembrano persone vive. Si fanno problemi.
Non esiste una morale, così come non esiste una immoralità.
Si è più vicini a quel che corrisponde alla natura umana,
quando si dice che si tratta di un modo emozionale-affettivo e
di sensibilità psico-intellettiva di sentire e provare le cose, e
varia da individuo a individuo, combinandosi in mille maniere
e modi differenti nel percepirle. I guai sono cominciati
quando alcuni su altri hanno preteso di voler codificare e
pontificare il proprio modo di sentire e di provare le cose
volendolo appiccicare agli altri. Ma essendo la sensibilità fatto
eminentemente soggettivo e singolare in ciascuno, si è finito
dall'imposizione operata col ferro e col fuoco nel corso di
tutta la storia umana, ad una situazione oggi apparentemente
volontaria e creduta come tale nel pregiudizio logica e
istintuale: ognuno pensa il proprio modo sensibile di guardare
e provare le cose come quello più giusto e vorrebbe diventasse
quello di tutti. L'estendersi delle proprie passioni a l'altro/a e
viceversa, fa si che donne e uomini si trovino
permanentemente in tutte le loro relazioni impegnati
reciprocamente a difendersi da questa latente aggressione che
avvertono quando si fraintendono, avendo ciascuno, quando
parla del comportamento dell'altro, ficcato in testa il proprio.
Si litiga soprattutto per questo.
P.L. Porcu
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