martedì 4 settembre 2012

È TEMPO DI DISORGANIZZARE


È TEMPO DI DISORGANIZZARE 

Se c’è qualcosa che dimostra il fallimento della sinistra, e in particolare dei sindacati (da UAW, AFL-CIO fino a IWW), è che ogni teoria “rivoluzionaria” che non metta in discussione gli elementi chiave della civilizzazione non farà nulla di più che spostare l’ordine sociale in una versione leggermente “modificata”. Solo a questo può portare il loro lavoro. Non possiamo più pensare che le riforme, quali esse siano, portino alla fine di questa macchina mortale che è la civilizzazione. Per molto tempo negli ambienti “rivoluzionari” è stata radicata l’idea che il successo richiede organizzazione. Il secolare appello dei Wobblies, “Urge organizzare!”, suona falso quando l’ambiente di sinistra lo spreme dalle pagine della storia dei movimenti sociali radicali morti e sepolti. Cosa ci ha portato il nostro passato di “organizzazione”? Possiamo dire che ci ha portato qualche successo perché quelli che sono in cima alle gerarchie sociali create di recente ci dicono che è stato così. L’organizzazione ci ricaccia nelle stesse gerarchie dell’alto e del basso contro cui tentiamo di rivoltarci per spazzarle via. Cosa ci porta questo? Addio vecchio padrone, saluti a quello nuovo: c’è qualche differenza? Può esserci un po’ di verde in più (o più probabilmente di rosso) ma è sempre lo stesso ordine sociale che in generale non mette in dubbio il modo di vivere distruttivo dei civilizzati. Ma anche nell'immediato offrono poco più che l’insediamento di nuovi capi che ci dicono quando e come agire e se abbiamo vinto. Non ci porta da nessuna parte. Questi giochetti riformisti di sinistra portano solo a tante chiacchiere e nessuna azione. Riunioni di "consenso", tenute dietro porte chiuse da delegati scelti o predeterminati, definiranno le linee guida per stabilire l'entità delle riforme che le masse saranno disposte ad appoggiare. Non abbiamo possibilità di scelta in materia e non capiamo la realtà a due facce di coloro che dispongono di vuota retorica. Non ci ha mai e non ci porterà mai da nessuna parte.
Se veramente desideriamo la fine dell’ordine sociale civilizzato, possiamo farlo solo mettendo in atto  l’insurrezione e la rivolta con mezzi che siano privi degli aspetti dell’attuale ordine sociale e che non siano speculari ad esso. L’unica speranza che abbiamo sono gli atti di rivolta spontanei che vengono dalla passione e dalla rabbia degli individui. Nessun ordine dall’alto né “piano d’azione” può risvegliare l’insorgente affogato nella totalità del pensiero civilizzato.
L’unica vera rivoluzione vincente non sarà fatta con dei giochetti predeterminati, con le marcette silenziose e le bandiere, e men che mai con delle nuove gerarchie. Verrà dai cuori di quelli che soffrono i colpi della civilizzazione (che siamo tutti, esseri non umani compresi).
Quelli i cui sogni sono stati distrutti, quelli che non vivranno mai autonomamente e non repressi nella totalità delle gabbie concrete civilizzate dentro le quali siamo nati. Quelli che fin dalla nascita sono stati esclusi sia dal loro diritto innato di fiorire come individui e come comunità, sia dalla comunità della Natura che offrirebbe loro molto più amore di quello che possiamo concepire nel nostro stato di oppressione attuale. Il fallimento delle gerarchie si fa ogni giorno più evidente. Il collasso costante dell’ordine sociale dispotico porterà sempre più persone a voler trovare dei punti catalizzatori, e perciò alla loro rivolta. L’insurrezione è in aumento e la civilizzazione sta cadendo. Dagli la spinta finale usando le tue parole e le tue azioni. Infrangere il sortilegio dell’ordine civilizzato è l’unico modo per farla finita con il Leviatano, e ogni giorno ci avviciniamo a questa fine.

Kevin Tucker

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