sabato 4 agosto 2012

stralci


L'ideale dell'uomo non si attuerà se non quando si sarà invertita la tesi del concetto cristiano.
Io, — l'Unico — sono l'uomo. La questione "che cosa è l'uomo"? Si muta cosi nella questione "chi è l'uomo?" Nel "che cosa" si cercava il concetto; nel "chi" la questione è senz'altro risolta, poiché la risposta è data da quello stesso che interroga. La risposta a quella domanda viene da sé.
Si dice a 
proposito di Dio: "Non v' ha nome che valga a definirti". La stessa cosa è dell'Io; nessun concetto può esprimerlo, nessuna parola definirlo adeguatamente. E si dice ancora di Dio, ch'egli è perfetto e che perciò non gli incombe alcuna missione di intendere alla perfezione.

Ebbene, la stessa cosa si deve pur dire dell'Io.
Padrone della mia forza sono io, nel momento in cui acquisto consapevolezza d'essere unico.
Nell'unico il possessore si dissolve nel nulla creatore, dal quale è nato. Qualunque essere superiore a me, sia esso Dio o l'uomo, impallidisce al sole di questa mia coscienza d'esser l'Unico. Se in me stesso nell' "Unico", io faccio convergere la mia causa, essa diventa proprietà del singolo da cui tutto si crea e che ogni cosa e sé stesso consuma; ed io potrò dire veracemente:


Io ho riposto la mia causa nel nulla.
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