sabato 21 dicembre 2013

IL MIO NICHILISTICO ANTIGIURIDISMO


    Ho letto di recente l’intervista a uno dei tanti gotha dell’anarchia, in cui tra le altre cose, affermava che: “ l’attitudine antigiuridica è quella del martire”.
 Accanto a questo posso menzionare anche frasi che ho mille volte sentito, come ad esempio: “ il compagno deve poter far tutto per difendersi ed uscire. È più utile fuori che dentro” e altre banalità di questa portata.

    Andiamo con ordine. Ognuno è libero (che gran parola) di fare ciò che più desidera, difendersi, non difendersi, fare il pentito, tutto secondo il suo sentire egoistico e il suo piacere. Non sta a me scegliere, continuo però a trovarmi di fronte la forte contraddizione di chi come anarchico dice di combattere il potere statale e poi ne usa i mezzi, ma io sono un Individuo puntiglioso.

    Ad ogni modo, la posizione del martire, mi pare sia quella che da sempre ha incarnato un certo tipo di anarchico colpito dalla repressione dello “Stato/Capitale” (che termine vetusto); una volta colpito da un avviso di garanzia, dalla carcerazione inizia a piangersi addosso e corre a nascondersi dietro le gonne del suo avvocato, avvocato compagno, pardon! Chi è il martire?

    Non ho mai visto o sentito di fieri antigiuridisti che piagnucolano per la repressione, ma semmai li ho sentiti RIVENDICARSI le azioni fatte, o dichiarare l’affinità alle azioni commesse da altri. Anche se, in realtà, di antigiuridisti ne conosco pochi, alcuni sono lontani kilometri e altri appartengono ad altre epoche, i miei Affini mi accompagnano ogni giorno. Una cosa è certa li ho sempre sentiti ruggire e mai lacrimare sangue come le statue dei santi!

   All’ epoca in cui iniziò il dibattito sull’antigiuridismo, per quanto qualcuno si ostini a negare l’esistenza dello stesso, l’aspetto della questione si focalizzò soprattutto sulla rinuncia alla difesa da parte dell’avvocato (avvocato che secondo la legge ti viene comunque riassegnato “in eterno”, perché fa parte del tuo diritto), ma come è stato in altri testi vergato e approfondito l’antigiuridismo è molto più di questo. È prima di tutto un’attitudine di vita, è la sperimentazione continua nell’esistenza di tutti i giorni della negazione della società e delle sue regole, dello stato e delle sue leggi, una vita ai margini ( dico ai margini perché sarebbe impensabile essere al di fuori di questi margini, ma non è questo l’approfondimento che desidero oggi fare). Sfruttando egoisticamente tutto ciò che per me è utile in un determinato momento.

    Vivere l’illegalismo: la rinuncia ad una vita facilmente “rintracciabile”, ma soprattutto la rivendicazione del sé in ogni atto, dell’unione egoistica nell’agire e di una continua attitudine non collaborativa con lo stato e la sua corte, non fatta solo da giudici, pm e sbirri, ma anche avvocati, che non sono “angeliche figure astratte”, come forse molti pensano, ma i protagonisti delle aule dei tribunali legati saldamente con lo stato, di cui usano leggi e cavilli.

    Iniziate a chiedervi, nella vostra cieca fame di conoscenza superflua: come mai fra i tanti compagni che si rivendicano molti sono ora comodamente a casa “ con mammà” e molti sono ancora chiusi in prigione(*)? La differenza sta in una parola : Avvocato.
Sara Zappavigna

(*) Come esempio specifico – riportiamo quello dei Fieri Antigiuridisti della Cospirazione delle Cellule di Fuoco/FAI, che nonostante -alcuni di loro- non siano neanche stati processati e condannati- sono ancora in prigione in in carcerazione preventiva. In grecia - il limite massimo è di 16mesi – per i reati associativi.
Una domanda agli etici pro giuridici:
Come mai i Fieri compagni della CCF - sono in galera?
PerchéAntigiuridicamente - non hanno usufruito di cavilli legali o attenuanti per uscire.

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